Dopo la proposta lanciata dal segretario di stato Usa Kerry

Ok di Damasco a controllo armi chimiche

Russia e Siria lavorano per evitare raid

La Francia presenterà oggi stesso alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che chiede a Damasco di rendere pubblico il suo arsenale

Il presidente siriano Assad
Il presidente siriano Assad

CONTROLLO ARMI CHIMICHE, DAMASCO DA L’OK | «Assad consegni le armi chimiche alla comunità internazionale entro una settimana e non ci sarà nessun attacco». Nelle intenzioni segretario di Stato Usa John Kerry, questa affermazione, rilasciata lunedì scorso a Londra nel corso di una conferenza stampa, doveva essere solo una provocazione e non un’apertura al regime di Damasco. Lo stesso dipartimento di Stato aveva indicato il discorso di Kerry come «un’argomentazione retorica», aggiungendo che «non ci si poteva fidare di un brutale dittatore, abituato a travisare i fatti». Eppure proprio questa iniziativa involontaria si è rivelata come la possibile via d’uscita dalla crisi siriana. Sì perché la proposta è stata rilanciata da Mosca e, contrariamente alle aspettative, accettata da Damasco.

RINVIATO ATTACCO MILITARE | Il ministro degli esteri russo Lavrov ha intessuto con la Siria una serie di negoziati fruttuosi, chiedendo anche al regime di aderire all'organizzazione internazionale per il divieto delle armi chimiche. Il ministro degli esteri siriano, Walid al Muallim, ha così commentato: «Abbiamo preso in seria considerazione l'offerta del ministro Lavrov, tanto che abbiamo deciso di accogliere l'iniziativa russa». «Per noi - ha aggiunto il capo della diplomazia di Assad - le vite dei nostri cittadini e la sicurezza del nostro Paese sono una priorità. E confidiamo nella saggezza delle autorità russe che stanno cercando di evitare un'aggressione americana contro il nostro popolo».

LA SODDISFAZIONE DI BAN KI-MOON | Un risultato importante per togliere terreno ad un’azione militare americana sul campo. La notizia è stata salutata con grande soddisfazione dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon: «Tra le proposte che intendo fare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - ha detto - c'è quella di inviare immediatamente le armi chimiche presenti in Siria in un posto sicuro all'interno del Paese dove possono essere distrutte».

LONDRA , IMPORTANTE PASSO AVANTI | Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha giudicato la proposta interessante. E Londra si è affrettata ad affermare che «costituisce un grande passo avanti per la soluzione crisi siriana». Tuttavia qualche riserva resta. Lo stesso premier Cameron ha ribadito che «Bisogna fare attenzione che ciò non diventi un tattica per creare un diversivo spostando la discussione su altro piano rispetto al tema sul tavolo»

FRANCIA, PRESENTATA RISOLUZIONE ALL’ONU | La Francia, dal canto suo si è subito attivata per dare seguito all’iniziativa russa e presenterà oggi stesso alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che chiede a Damasco di rendere pubblico il suo arsenale chimico. «Non vogliamo – ha affermato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius - che la proposta russa sulla Siria possa essere utilizzata come manovra diversiva. Per questo, presenteremo oggi stesso alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che contiene le nostre idee»

IRAN SOSTIENE PROPOSTA RUSSA | L'Iran sostiene la proposta della Russia di lavorare con Damasco per mettere il suo arsenale chimico sotto il controllo della comunità internazionale. Lo ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri iraniano che ha aggiunto: «Vogliamo che la nostra regione sia liberata dalla presenza di armi di distruzione di massa. Questi sforzi devono includere anche le armi chimiche nelle mani dei ribelli siriani».

RINVIATO IL VOTO DEL SENATO USA | Il capo della maggioranza democratica al Senato Usa, Harry Reid, ha rinviato il voto della Camera Alta del Congresso sull'azione militare in Siria. Il programma è cambiato alla luce degli ultimi sviluppi sulla proposta russa. Collaboratori del leader democratico hanno detto che la situazione è fluida, perché Mosca sta cercando di aiutare a trovare un modo per evitare l'uso della forza militare.

Martedì 10 settembre 2013