IN CARCERE UN QUINTO AGGRESSORE, MINORENNE AL'EPOCA DEI FATI

Stupro di gruppo in dicembre a New Delhi

tutti e quattro gli imputati sono colpevoli

Uno studio Onu rivela che un uomo su dieci in Asia ha commesso almeno una volta violenza sessuale, per diritto (73%), divertimento (59%), punizione (38%)

di Silvia Tozzi

Durante il processo
Durante il processo
NEW DELHI | Sono stati riconosciuti colpevoli dopo otto mesi di processo (domani si saprà se di ergastolo o di pena di morte per impiccagione)i quattro imputati nello stupro di branco che ha avuto luogo a New Delhi, India, il 16 dicembre scorso, su un pullman. Vittima una studentessa di fisioterapia di 23 anni, morta due settimane dopo in seguito alle ferite riportate. Un altro imputato, minore al momento dei fatti, è stato condannato a tre anni di riformatorio lo scorso 31 agosto, la massima pena che può essere inflitta ai minorenni.

GLI IMPUTATI | Gli imputati ancora vivi sono quattro - Mukesh Singh, Vinay Sharma, Pawan Gupta e Akshay Thakur, di età compresa tra i 19 e i 26 anni – e si sono sempre dichiarati innocenti. Sono colpevoli di stupro, omicidio, tentato omicidio, reati contro natura, distruzione di prove e associazione a delinquere. Un sesto membro del branco, Ram Singh (il fratello di Mukesh), autista dell'autobus e considerato il regista dell’assalto sessuale, si è apparentemente suicidato in carcere nel marzo scorso, impiccandosi; la famiglia reputa sia stato ucciso.
La donna, chiamata Nirbhaya (Colei che non ha paura), accettò di salire su un autobus privato insieme al fidanzato per tornare a casa nella zona sud di New Delhi (a Mahavir). Sul bus c'erano sei uomini, che la stuprarono e torturarono, usando anche una sbarra di ferro. La ragazza morì due settimane dopo in un ospedale di Singapore. La famiglia della ragazza ha chiesto che sia commutato la condanna a morte: «Non accetteremo altro che la condanna a morte», ha dichiarato il padre della ragazza. Secondo quanto riporta il New York Times, la maggior parte delle persone in India sembrano condividere questa posizione.

LA STORIA DI NIRBHAYA | L'amico della giovane è un informatico di 28 anni, ufficialmente non il fidanzato. Quella sera erano andati in un centro commerciale e poi al cinema per vedere Vita di Pi di Ang Lee. In risciò hanno poi raggiunto la zona di Munrika per prendere un autobus per tornare verso casa.I fratelli Ram e Mukesh Skingh avevano organizzato una piccola festa. Con loro Vinay Sharma, che lavorava in una palestra, Pawan Gupta, Akshay Thakur e un ragazzino. I sei avevano deciso di prendere un autobus per una scorribanda in giro per la città.Intorno alle nove e un quarto di sera, l’autobus, che era di linea ma non in servizio, si fermò nella piazzola dove si trovavano Nirbhaya, chiamata anche Bitiya, e il suo amico. Loro non sapevano che il bus fosse fuori servizio, e salirono pagando la corsa. Durante il viaggio, Ram guidava, i cinque uomini iniziarono a fare pesanti apprezzamenti nei confronti della ragazza. Ci furono spintoni, poi una rissa. L’amico della ragazza fu colpito alla testa con una spranga e perse i sensi. Lo stupro durò 40 minuti, poi i due ragazzi furono gettati, seminudi, fuori dal veicolo. La ragazza aveva riportato un trauma cranico, un arresto cardiaco, infezioni ai polmoni e all’addome (le fu asportato un pezzo di intestino) e gravi danni cerebrali. Morì il 29 dicembre in un ospedale a Singapore. La vicenda aveva provocato manifestazioni di protesta in tutto il paese e aveva portato all’approvazione di nuove norme per garantire maggiore sicurezza e protezione per le donne, oltre a leggi più dure contro gli stupri, con l’introduzione della pena di morte per il reato.

IL PROCESSO | L’accusa ha basato il processo sulla testimonianza fornita dalla ragazza prima di morire e su quella del ragazzo che la accompagnava. Vi è poi la prova del DNA dei quattro uomini. A fine luglio Mukesh Singh, 22 anni, aveva ammesso di essere presente e aveva accusato il fratello maggiore Ram – che è morto - e aveva raccontato che erano tutti molto ubriachi.

LO STUDIO ONU | Uno studio Onu su oltre 10mila uomini residenti nella regione dell'Asia-Pacifico e presentato dalla rivista Lancet rivela che un uomo su dieci in Asia ha commesso almeno una volta violenza sessuale, per diritto (73%), divertimento (59%), punizione (38%). Se si contano anche i casi di stupro su fidanzate e mogli, la percentuale sale a un uomo su quattro.Gli uomini intervistati provengono da Bangladesh, Cambogia, Cina, Indonesia, Papua Nuova Guinea e Sri Lanka. Il Paese peggiore è la Papua Nuova Guinea, dove il 62% degli uomini - ovvero 6 su 10 - ammette di aver compiuto almeno uno stupro nella sua vita. Seguono Indonesia (provincia di Papua, 48,6%; zone urbane, 26,2%), Cina (26,2%), Cambogia (20,4%), le zone rurali dell'Indonesia (19,5%), Sri Lanka (14,5%) e Bangladesh (rurale, 14,1%; urbano, 9,5%).Interrogati sul perché dello stupro, il 73% ha risposto «per il diritto di avere rapporti sessuali»; il 59% «per divertimento o noia»; il 38% «per punire la donna». Il 58% degli uomini che ha violentato donne non-partner ha commesso tale reato da adolescente. Tra quelli che hanno ammesso la violenza sessuale, il 45% ha rivelato di aver stuprato più di una donna. 

Martedì 10 settembre 2013