voto in giunta su incandidabilità del cavaliere
Intanto questa sera Lucio Malan presenterà la quarta pregiudiziale
ROMA | Mentre, nelle aule di Palazzo Madama, la Giunta delle elezioni del Senato prosegue i suoi lavori per arrivare ad una decisione sulla decadenza politica di Silvio Berlusconi, fuori dalle stanze istituzionali continua lo scontro aperto tra Pd e Pdl. Il segretario del partito Alfano, interviene con una nota, chiarendo la posizione della colazione: «Siamo esterrefatti per il comportamento del Partito Democratico, ieri, in Giunta. Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico preferiscono mettere in ginocchio il Paese, applicando retroattivamente, in fretta e furia, una norma che ormai innumerevoli giuristi, personalità neutre e di sereno giudizio, ritengono pacificamente irretroattiva. Tutto ciò è davvero incredibile oltre che insopportabile».
SFUGGIRE ALLA LOGICA DELLA CONTRAPPOSIZIONE | Il vice premier ha poi aggiunto: «Ci auguriamo che tutti i componenti della giunta ascoltino con attenzione la relazione del senatore Augello perché la decisione della giunta e poi dell'aula non è una pura presa d'atto, ha la natura di una deliberazione e quindi lascia un margine per le scelte dei singoli componenti. Augello ha studiato attentamente le carte e suggerirà una strada. Noi chiediamo alla giunta di sfuggire alla logica centrodestra-centrosinistra, speriamo che un approfondimento ci sia. Quanto alla legge Severino il problema è l'applicabilità della legge al passato, mica al futuro, mi pare evidente che qualcuno vuole applicarla contro Berlusconi».
QUARTA PREGIUDIZIALE | Intanto questa sera il senatore Lucio Malan presenterà una quarta pregiudiziale sul caso della decadenza di Silvio Berlusconi, che sarà votata insieme a quelle presentate ieri dal relatore Augello. « Nella mia pregiudiziale – scrive in una nota - pongo la questione sulla amministratività della decadenza, che secondo me é assurda, visto che la pena deriva dalla commissione di un reato e quindi va considerata penale. La decadenza é afflittiva tanto quanto il carcere. Inoltre ricordo un precedente per cui l’Italia trattando amministrativamente una pena ritenuta invece penale dalla Corte Ue, é stata condannata ad una severissima penale. L’altro punto di rilievo é che sussiste un contrasto tra l’incandidabilità per 6 anni con l’art.27 della Costituzione, secondo cui la pena deve mirare alla rieducazione del reo, senza porre il marchio dell’ infamia».
Martedì 10 settembre 2013