incontro nella notte tra obama e putin, ma ognuno resta sulle sue posizioni

Non c'è nessun accordo sulla crisi in Siria

Al G20 restano le divisioni tra Usa e Russia

La Abc News rivela i piani di attacco predisposti dagli americani

di Nicola Salati

Putin e Obama al G20
Putin e Obama al G20

SAN PIETROBURGO | Nessun accordo sulla Siria, il G20 non trova la quadra e così a conclusione del summit restano le divisioni su un possibile attacco ad Assad. Infatti in una dichiarazione diffusa al termine dell’incontro che si è tenuto in Russia dieci Paesi (Australia, Canada, Francia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Spagna, Turchia e Stati Uniti) «condannano l'attacco con armi chimiche avvenuto a Damasco il 21 agosto e di cui il regime di Assad viene ritenuto responsabile».

LE DIVISIONI | Quindi nonostante l’incontro a sorpresa tra Vladimir Putin e Barack Obama non ci sono state novità sostanziali. «Ho avuto una conversazione amichevole con il presidente Barack Obama. - ha ammesso il presidente russo - Abbiamo passato tutta la serata a parlare di Siria, abbiamo finito all'1 di notte. Il colloquio con Obama - ha aggiunto - non ha prodotto svolte sulla Siria e non ha dato luogo a convergenze». Inoltre il presidente Putin ha fatto l’elenco dei Paesi contrari all’intervento militare: «Cina, Argentina, Italia e Brasile», oltre a India e Indonesia. Putin ha incluso, in qualche modo, anche il Vaticano tra i contrari all'attacco.

LA RISPOSTA DEGLI USA | Non si è fatta attendere la risposta dettata dal presidente degli Stati Uniti alle rivelazioni di Putin: «Questo tipo di interventi è sempre impopolare perché sono lontani, distanti. La mia richiesta di un voto del congresso sui raid non è stata simbolica. Tuttavia sarebbe un errore riflettere ora su cosa può capitare dopo un eventuale voto contrario». Per ricordare a tutti le iniziative americane Obama ha fatto riferimento anche all’intervento in Rwanda: «Quando le persone dicono che ha lasciato una terribile macchia su tutti noi...immaginate se il genocidio nel paese africano fosse ancora in corso».

I PIANI DI INTERVENTO | Intanto per la Abc News, che cita fonti del Security team della Casa Bianca, gli Stati Uniti starebbero preparando un attacco aereo di larga scala in Siria, con l'utilizzo di missili sparati da aerei bombardieri B2 e B52 decollati dagli Usa. L'operazione dovrebbe durare almeno due giorni, decisamente più ampia quindi rispetto a quanto sinora trapelato. Mentre oggi Papa Francesco ha rinnovato il suo appello al dialogo attraverso un nuovo tweet dal suo account Pontifex: «La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità».

Venerdì 6 settembre 2013