Il premier letta interviene alla kermesse del pd a Genova
E sul caso Berlusconi e il voto del Giunta: «Non ci sono margini, separazione tra piano politico e giudiziario è necessaria»
GENOVA | È il presidente del Consiglio, Enrico Letta ad inaugurare la Festa Democratica nazionale di Genova. Sul palco Sandro Pertini, il premier ha risposto alle domande del direttore del Tg1, Mario Orfeo, sulla politica italiana ed europea e sulla necessità di garantire un futuro migliore per l’Italia. «Ha per me un effetto speciale tornare a Genova per la Festa Nazionale. Ogni volta ho sempre salutato la parte genoana gemellata con noi pisani, mando un particolare saluto agli amici rossoblu». È con una battuta calcistica che Letta ha salutato il pubblico per rispondere all’accusa di essere di carattere un pò «troppo freddo».
CAMBIARE IL PORCELLUM | «Quando discutiamo insieme nelle nostre feste – ha affermato il presidente del Consiglio - vorrei che si partisse sempre da un'idea di fondo: questo è un governo per il quale sto dando tutto, la salute, il sangue, tutto. Ma non è il governo per cui ho fatto la campagna elettorale. La prossima campagna elettorale io la farò per un governo di centrosinistra. Il sistema a tre poli non consente di governare a nessuno. Serve una grande intesa per modificare la legge elettorale e ripresentarci al voto. Le larghe intese sono una situazione eccezionale, di compromesso obbligatorio finché si vota con il porcellum».
IMU E SERVICE TAX | «Nel nostro programma elettorale avevamo tra i punti essenziali la riforma dell’Imu. L’accordo che abbiamo raggiunto in Consiglio dei ministri è proprio quello che il PD aveva nel suo programma. L’Imu è una tassa iniqua e non progressiva, la service tax è e sarà più bassa della somma tra Imu e Tares. Una tassazione che risponderà all’esigenza di equità progressiva, di federalismo e un meccanismo per dare il giusto peso ai servizi. La soluzione che abbiamo raggiunto è proprio quella per cui ci siamo battuti noi del Pd fin dalla campagna elettorale».
PROBLEMA ESODATI | «Il paese ha bisogno di superare la crisi e dare dei segnali di risposta di ripresa soprattutto in termini di posti di lavoro. Mercoledì prossimo il Cdm affronterà il problema degli esodati per risolvere ad un vuoto di fiducia nel rapporto tra cittadini e Stato in fiducia e il rifinanziamento della cassa integrazione. Il lavoro è il centro della nostra politica. Abbiamo raggiunto un accordo difficile. Il Pd al governo avrebbe fatto qualcosa di diverso ma oggi non è possibile.»
NESSUN AUMENTO IMPOSTE | «Bisogna capire come intervenire sull’Iva senza sfasciare i conti pubblici. Farò di tutto per non far aumentare l’Iva, questo è l’impegno che posso prendere. Rivendico l’impegno del governo in questi 4 mesi che ha cambiato molto il nostro paese più di quanto si pensi. Una scelta in particolare, fatta da me in solitudine, è significativa in questa direzione: la scelta di Cecile Kyenge come ministro dell’Integrazione. Non è una scelta retorica, così come non è retorico il cambiamento quotidiano che Cecile sta producendo per gli italiani. La fatica nel combattere un razzismo profondo di ritorno, fatto di atteggiamenti insopportabili ha avuto i suoi risultati, il paese è cambiato».
DISOCCUPAZIONE | «Siamo davanti a numeri drammatici soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. Con il decreto Lavoro abbiamo puntato sulla necessità assoluta di incentivare al lavoro, sulla detassazione per chi assume, e su norme per privilegiare chi ha perso il lavoro attraverso l’ASPI (ammortizzatori sociali). Vogliamo più salari e più produttività per il rilancio del lavoro nel paese. La ripresa ci sarà, ma resta il rischio che ci sia la ripresa senza lavoro e questo non possiamo permettercelo».
DECADENZA DI BERLUSCONI DA SENATORE | «Non credo che ci siano margini ulteriori in questa vicenda. C’è una netta separazione tra la vita e la funzione del governo e il tema della decadenza da senatore di Berlusconi. Il ruolo del mio governo è quello di ridare agibilità del campo politico per andare di nuovo al voto dove c’è chi governa e chi fa opposizione; uscire dalla crisi; ridare centralità al tema dell’Europa. Il governo deve occuparsi di altro. La decadenza di Berlusconi non deve riguardare il governo, chi crea delle connessioni improprie tra quello che deciderà la Giunta del Senato e il governo, dovrà spiegare ai cittadini il senso di queste relazioni pericolose»
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. «Il mio governo ha operato per l’accelerazione dei tempi e lo smaltimento degli arretrati nel processo civile. Dipende da cosa però si intenda per riforma. Se parliamo di giustizia più rapida e effettiva allora le scelte del governo (che stavano nel programma del PD) sono andate nella giusta direzione. In tema di giustizia, il mio governo ha compiuto più riforme di molti governi del passato».
RIFORMA ISTITUZIONALE. «Il porcellum è un diavolo tentatore che fa comodo a molti partiti, ma noi dobbiamo essere quelli che non si fanno tentare dal diavolo. Se oggi si rivotasse con il porcellum, nessuna tra le tre forze politiche avrebbe la maggioranza. Saremmo costretti di nuovo alle larghe intese. Siamo in questo casino perché abbiamo il porcellum e due Parlamenti. Noi dobbiamo avere un'unica Camera che dà la fiducia e un Senato composto esclusivamente da rappresentanti di comuni e regioni».
Sabato 31 agosto 2013