Venti di guerra sulla siria

Letta: «Senza mandato Onu l'Italia è fuori»

Mauro: «Dall'Occidente prudenza e coesione»

La settimana prossima a Pietroburgo riprendono i lavori per la convocazione di Ginevra 2 in vista di una soluzione politica della crisi

Il Ministro Mauro e il premier Letta
Il Ministro Mauro e il premier Letta

ROMA | Mentre sulla Siria soffiano venti di guerra sempre più forti, il premier Letta ribadisce la posizione dell’Italia. Il nostro paese non interverrà senza mandato Onu. E con una con una nota ribadisce di capire la posizione di Usa-Francia, ma senza l’avallo Nazioni unite l’Italia si chiama fuori.

LETTA, NESSUN INTERVENTO SENZA MANDATO ONU | «Sono momenti difficili per la comunità internazionale. L'opinione pubblica italiana è stata drammaticamente turbata dalle immagini delle vittime dell'uso di armi chimiche – ha affermato il capo del Governo - Dobbiamo fare di tutto perché non accada più. Il regime di Assad possiede arsenali di armi chimiche, il cui uso è un crimine contro l'umanità. Comprendiamo l’iniziativa di Stati Uniti e Francia, alla quale però, senza le Nazioni Unite, non possiamo partecipare. La settimana prossima a San Pietroburgo faremo di tutto perché si trovi una soluzione politica al dramma siriano, che ha già prodotto un numero intollerabile di vittime e di profughi. La rapida convocazione di Ginevra 2 è oramai ineludibile».

MAURO, DALL’OCCIDENTE PRUDENZA E COESIONE | Sulla questione interviene anche il ministro della Difesa Mario Mauro che, nel corso della Festa del Pd, ha così commentato la decisione di Obama di chiedere al congresso il via libera per l'intervento in Siria: «Sul caso siriano occorrono prudenza e coesione da parte dell'Occidente e lo stesso Obama è consapevole della cautela necessaria».

BONINO, RISCHIO DEFLAGRAZIONE MONDIALE | Stessa posizione anche per il ministro degli Esteri: «Damasco reagirà agli attacchi, non buttiamo fiammiferi in una polveriera». «Da un conflitto drammatico e terribile - ha detto la Bonino - corriamo il rischio di una deflagrazione addirittura mondiale. La Siria ovviamente non è Belgrado: dobbiamo temere come possano reagire Hezbollah, Russia e Iran. Io credo che la tenuta e la durata della pressione diplomatica e della politica sia l'unica strada perseguibile, l'ho sempre pensato, non c'è soluzione militare in Siria - ha concluso Bonino, ribadendo che senza un mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu rischiamo di aggiungere ulteriori complicazioni e ulteriori lacerazioni».

Sabato 31 agosto 2013