cavaliere condannato a 4 anni per frode
Per la difesa Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini le motivazioni sono solo un collage delle precedenti decisioni
CONDANNA BERLUSCONI PER FRODE | La Corte di Cassazione ha depositata ieri le motivazioni della condanna per frode di Berlusconi nel processo Mediaset. I giudici scrivono che l'ex premier fu la mente «del meccanismo», e reputano «inverosimile» la truffa ai suoi danni. Immediata la replica della difesa che commenta: «Collage di sentenze precedenti».
LA DIFESA DEI LEGALI DEL CAVALIERE | I legali di Berlusconi, Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini in una nota spiegano perché la Cassazione è in errore: «Nella fretta di voler confermare la sentenza emessa a Milano la Corte di Cassazione, con una motivazione inesistente che altro non è se non un collage delle precedenti decisioni, non ha, con ogni evidenza, tenuto conto alcuno delle reali risultanze probatorie e delle conclamate violazioni del diritto di difendersi provando».
L’ESTRANEITÀ DELL’EX PREMIER | «Mai il Presidente Berlusconi - si legge nel comunicato - ha avuto incarichi in Mediaset. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli acquisti dei diritti televisivi. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli organigrammi societari che fra l'altro sono continuamente cambiati nel corso degli anni. Mai il Presidente Berlusconi ha avuto alcun ruolo nelle denunce dei redditi o nelle scelte operative in particolare quelle finanziarie».
IL NODO AGRAMA | «Si ricordi fra l'altro che la contestata evasione fiscale è pari a poco più dell'1% delle imposte pagate che negli anni oggetto di contestazione hanno superato i 560 milioni di euro. Tutti i testimoni, nessuno escluso, hanno confermato tali situazioni, soprattutto dopo la discesa in politica del presidente Berlusconi nel 1994. Nessun fondo estero è mai stato rinvenuto, né poteva esserlo perché mai vi è stato. Tutti i denari derivanti dalle plusvalenze sui diritti televisivi rimanevano in capo ad Agrama e agli altri operatori del settore e ciò risulta dagli atti. Così come risulta che Agrama - proseguono i legali di Berlusconi- pagasse sistematicamente i dirigenti del settore acquisti dei diritti di Mediaset. Ciò avveniva ovviamente senza che alcunché di ciò fosse noto alla dirigenza o al presidente Berlusconi». «Del resto se il presidente Berlusconi fosse stato socio occulto di Agrama mai avrebbe consentito che questi pagasse i dirigenti Mediaset a cui sarebbe stato sufficiente una precisa indicazione per convincerli agli acquisti».
SENTENZA DELUDENTE | «É quindi una decisione del tutto fuorviante e totalmente sconnessa dalla realtà dei fatti. Trattandosi poi di una decisione della Corte di Cassazione, la sentenza è ancora più deludente sul piano strettamente giuridico nella misura in cui non ha dato ragionevoli risposte agli argomenti proposti dalla difesa a dimostrazione della impossibilità di configurazione in punto di diritto del reato contestato al Presidente Berlusconi».
Venerdì 30 agosto 2013