dal primo gennaio si cambia
Ricadute negative su proprietari e anche su inquilini affittuari
COME SARÀ LA SERVICE TAX | Il modello di tassazione comunale federale, che entrerà in vigore dal 2014, sarà ispirato ai principi del Federalismo Fiscale, come approvati dalla Commissione Bicamerale appositamente costituita nella scorsa legislatura. Sarà istituita l’imposta sui servizi comunali che sostituisce la Tares. Sarà riscossa dai Comuni ed è costituita da due componenti: gestione dei rifiuti urbani e copertura dei servizi indivisibili
LA TARI E LA TASI | La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie, saranno parametrate dal Comune con ampia flessibilità ma comunque nel rispetto del principio comunitario «chi inquina paga» e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio.
La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il Comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale. Sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali). Il Comune avrà adeguati margini di manovra, nell’ambito dei limiti fissati dalla legge statale.
ALIQUOTE MASSIME LIMITATE | La capacità fiscale (cioè il gettito potenziale che i Comuni potrebbero ottenere dal pieno utilizzo delle facoltà di manovra fiscale sui loro tributi) sarà preservata, nel pieno rispetto del principio federalista dell’autonomia finanziaria di tutti i livelli di governo. L’autonomia nella fissazione delle aliquote sarà limitata verso l’alto per evitare di accrescere la capacità fiscale e quindi il carico sui contribuenti, applicando aliquote massime complessive.
LA BOCCIATURA DELL’ADOC | L'Adoc, invece, non condivide la manovra realizzata dal Governo: secondo l'Associazione c’è il rischio che la nuova tassa sostitutiva, la Service Tax, impatti pesantemente sugli inquilini, anche affittuari e non solo sui proprietari. «Stiamo osservando con molta attenzione gli sviluppi legati all’abolizione dell’Imu – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc –ad oggi riteniamo sia presente un grande rischio che la nuova tassa che andrà a sostituire dal 2014 l’Imu, ovvero la Service Tax, andrà a colpire pesantemente non solo i proprietari degli immobili ma anche gli inquilini affittuari, con ricadute economiche molto pesanti. Non condividiamo inoltre la scelta di esentare dal pagamento dell’Imu i proprietari di immobili invenduti. A nostro avviso è stato realizzato un vero e proprio regalo agli immobiliaristi che, invece di venire incontro alle famiglie abbassando i prezzi degli immobili, rientreranno delle spese sostenute non pagando le rate dell’Imu.»
IL NO DELLA CODACONS | «Sull'abolizione dell'Imu il Governo prende in giro gli italiani, dato che dà una cosa con la mano destra e se la riprende con la sinistra. Con la mano destra toglie l'Imu e con la sinistra si riprende i soldi con la service tax, il cui nome più giusto è Taser, considerato che rischia di paralizzare definitivamente le famiglie già sul lastrico». É quanto si legge in una nota del Codacons. «Il silenzio del Governo sul reale gettito previsto con la service tax è decisamente sospetto. Quello che è certo è che lo spostamento tra Imu e Taser abbassa quel risparmio massimo di 225 euro a famiglia che si sarebbe ottenuto con l'eliminazione dell'Imu senza la compensazione di altre tasse, senza fare, cioè, il gioco delle tre carte – continua il Codacons - Un risparmio, quello teorico massimo di 225 euro a famiglia, che il Codacons aveva già bollato come insufficiente per ridare capacità di spesa agli italiani, visto che è persino inferiore all'aumento del costo della vita, nonostante l'inflazione bassa. Ma, al di là della progressività dell'imposta, tutta da verificare- conclude la nota - l'iniquità' della Taser è certa, dato che colpirà anche quel 18% di famiglie residenti che paga un canone d'affitto, ossia la categoria già più penalizzata e svantaggiata d'Italia, visto che ai fini Irpef sono sempre stati considerati praticamente uguali ai proprietari di casa, pur dovendo destinare gran parte del loro reddito all'affitto. Insomma, i proprietari risparmieranno grazie ai soldi dei loro inquilini».
Giovedì 29 agosto 2013