DRAMMA A RAVENNA
Alla base del folle gesto un rapporto burrascoso e dissapori economici
RAVENNA | È stato interrogato per circa un'ora e mezza, nel cuore della notte Giuseppe Paolino, il pensionato 72enne originario di Torre del Greco, che nel tardo pomeriggio di mercoledì a Sant' Alberto, una frazione di Ravenna, ha ucciso con sei fendenti al petto il figlio Nunzio di 36 anni. Alla base del folle gesto l’ennesima lite furiosa, sembra per dissapori economici. Un rapporto da sempre burrascoso quello tra padre e figlio che è andato logorandosi nel tempo. Nunzio, da due anni era disoccupato e nel 2011si era trasferito dal napoletano nell’Emilia Romagna andando a vivere nell’appartamento popolare del padre di via Negrisoli.
LA CONFESSIONE | Nell'interrogatorio, davanti al Pm Angela Scorza, Giuseppe Paolino, ha ricostruito la dinamica dei fatti: dopo aver ucciso il figlio con un coltello, l’ha colpito anche con un'accetta alla testa. Subito dopo ha chiamato il 118 e al telefono ha confessato quello che aveva fatto. Poi, sanguinante per essere rimasto ferito a sua volta a un braccio, è sceso in strada, ha detto ai vicini cosa aveva appena fatto poi si è consegnato ai Carabinieri.
Giovedì 29 agosto 2013