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Siria, l'altolà della Russia agli Stati Uniti

«Conseguenze devastanti come in Iraq»

Dichiarazioni Washington su intervento ostacolano la via diplomatica

Sergei Viktorovič Lavrov
Sergei Viktorovič Lavrov

DAMASCO | Sempre più alta la tensione sulla situazione in Siria. Secondo la stampa britannica, un intervento militare sarebbe ormai prossimo: la marina inglese sarebbe infatti pronta a unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco missilistico contro il regime.

LA POSIZIONE DELLA RUSSIA | La Russia, storico alleato di Damasco, mette in guardia gli Usa dal non ripetere «Gli errori del passato» scatenando una guerra in Siria che avrebbe «conseguenze devastanti» in Medio Oriente. Il ministero degli Esteri russo di Sergej Lavrov afferma che la situazione siriana «non può non ricordarci gli eventi di dieci anni fa quando, prendendo a pretesto informazioni menzognere sulla presenza in Iraq di armi di distruzione di massa, gli Usa aggirarono l'Onu lanciandosi in un'avventura di cui tutto il mondo ora conosce le conseguenze». Il capo della diplomazia russa ha sottolineato che le «dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington «stanno spazzando via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi»

LE MINACCE DELL’IRAN AGLI USA | Anche l’Iran minaccia «dure conseguenze» se gli Usa opteranno per un intervento militare. In Siria come in Kosovo, compiere un attacco missilistico è come «oltrepasseranno la linea rossa». Il monito è di Jazayeri il vice capo di stato maggiore delle forze armate dell'Iran: « L'attuale guerra terroristica in Siria è stata progettata dagli Stati Uniti e dai Paesi reazionari della regione contro il fronte della resistenza (contro Israele). Nonostante questo, il governo e il popolo siriano hanno ottenuto grande successo. Chi aggiunge benzina sul fuoco non sfuggirà alla la vendetta del popolo».

L’APPOGGIO DELLA TURCHIA ALL’ONU | La Turchia da parte sua fa sapere che parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibili raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. «La nostra priorità - ha detto il ministro degli esteri turco al quotidiano Milliyet - è sempre stata agire con la comunità internazionale, con le Nazioni Unite. Se tale decisione non emergerà dal consiglio di sicurezza, in agenda saranno messe delle alternative» . «Attualmente circa 36-37 paesi stanno discutendo delle alternative. Se si formerà una coalizione contro la Siria in questo processo, la Turchia prenderà il suo posto» ha aggiunto.

LA DIFESA DEL REGIME SIRIANO | Il presidente siriano Bashar al-Assad, da parte sua, sostiene che le accuse dell'Occidente rivolte al regime siriano in merito al presunto uso di armi chimiche sono «un insulto al buonsenso». Dal quotidiano russo, l'Izvestia, definisce «insensate» le accuse occidentale su un attacco chimico effettuato dal suo regime. E assicura che sono «destinati al fallimento» i progetti statunitensi di un intervento militare. «L'America ha preso parte a molte guerre - ha spiegato - ma non ha mai raggiunto i suoi obiettivi politici per i quali le aveva scatenate. Ha fallito nel convincere il suo popolo multietnico della giustezza di quelle guerre, come pure ha fallito nell'instillare la sua ideologia negli altri paesi».

Lunedì 26 agosto 2013