TURCHIA | Unsal Yildiz, responsabile dell’organizzazione Egitim-Sen
«Quest'anno oltre 1 milione di studenti hanno tentato il test attitudinale per accedere alle scuole superiori e avere una formazione adatta per l'università», ma sono stati autorizzati solo 363mila giovani
ANKARA (TURCHIA) | «Il governo turco favorisce l’accesso alle iscrizioni negli istituti musulmani a scapito delle scuole laiche». È quanto affermato da Unsal Yildiz, responsabile dell’Egitim-Sen, organizzazione per l’educazione che conta, fra i suoi iscritti, migliaia di insegnanti. Unsal Yildiz punta il dito contro il primo ministro turco, Recep Tayyep Erdogan, che starebbe utilizzando tali istituti per creare una generazione che si basa su valori islamici, a tal punto da cancellare la tradizione laicista della società turca e la sua vocazione europea. L'accesso alle Imam Hatips, istituti islamici dove le materie di studio vertono soprattutto sul Corano e sui precetti dell’Islam, secondo Yildiz, è stato limitato: «Quest'anno oltre 1 milione di studenti hanno tentato il test attitudinale per accedere alle scuole superiori e avere una formazione adatta per l'università». Nonostante l’ondata di iscrizioni, il ministero dell’Educazione ha autorizzato l’iscrizione di 363mila giovani. Chi non supera i test dovrà invece continuare il suo percorso nelle Imam Hatips, conosciute anche come scuole «vocazionali», o continuare gli studi nelle scuole professionali.
IMAM HATIPS, È BOOM DI ISCRITTI | Il ministro dell’Istruzione, Nabi Avci, di recente, aveva affermato che il boom di iscritti alle Imam Hatips si deve alle famiglie che desiderano dare un’educazione religiosa ai propri figli. Ma secondo Yildiz «l’aumento delle iscrizioni è il risultato non di una libera scelta, ma delle politiche restrittive del governo. Il governo è interessato a creare una generazione obbediente e in linea con la sua visione. Per tale ragione l'educazione religiosa è la priorità». Per questo motivo, Erdogan avrebbe dirottato i finanziamenti per l’istruzione sugli istituti religiosi che risultano come i più organizzati e forniti delle più moderne attrezzature, mentre le altre scuole sarebbero state trascurate a tal punto da non riuscire neppure ad avere insegnanti a tempo pieno.
Nei suoi 18 anni di governo, Erdogan ha cercato di cambiare gli stili di vita del popolo turco attraverso l’imposizione di stili di vita ispirati all’impero ottomano. Ci sono numeri esempi che vanno dal bando contro gli alcolici, al finanziamento di film kolossal sulle grandi figure dell’impero ottomano. C’è perfino il tentativo di vietare il rossetto alle hostess della Turkish Airlines. In un discorso fatto lo scorso 6 agosto, Erdogan Bayraktar, ministro dell’Urbanistica, ha descritto l’approccio del Partito Giustizia e Sviluppo (Adalet ve Kalkinma Partisi, Akp) al governo: «La Turchia è un Paese musulmano al 99 per cento – ha ribadito -. Abbiamo una struttura sociale che ci è stata lasciata dalla storia. Grazie alla nostra collocazione geografica, non dobbiamo inventarci nulla, ma ispirarci al passato. Per questo abbiamo bisogno di crescere operai e uomini ben istruiti a partire dalle scuole medie».
Sabato 24 agosto 2013