bilancio bombe a tripoli: 50 morti e 400feriti
Quello di ieri è il peggior attacco dai tempi della guerra civile
BEIRUT | É salito ad almeno 50 morti e 400 feriti il bilancio provvisorio delle due bombe esplose ieri a Tripoli, la seconda città del Libano, affacciata sulla costa settentrionale. Lo ha detto il sindaco Nader Ghazal. Gli attentati sembra siano stati coordinati e fatti avvenire nello stesso momento, mentre i fedeli uscivano dalla moschea dopo la preghiera del venerdì. Essendo un giorno di festa i luoghi di culto erano gremiti di devoti. Inevitabile quindi la strage.
ODIO INTERCONFESSIONALE | Evidente anche una matrice di odio interconfessionale: la prima esplosione è avvenuta vicino alla moschea Taqwa, frequentata dai radicali sunniti; la seconda, pochi minuti dopo, davanti a quella Salam, non distante dalla residenza del primo ministro Najib Miqati, anch’egli sunnita. Quest’ultima, secondo il ministero dell'Interno, è stata provocata da un'auto carica di 100 kg di esplosivo.
GLI EFFETTI DELLA CRISI SIRIANA | Inoltre i predicatori di entrambe le moschee sono oppositori di Assad e del suo alleato libanese, Hezbollah. Quindi nel Paese stanno crescendo tensioni interne, risultato della guerra civile siriana, che ha polarizzato il Libano su linee settarie e tra sostenitori e oppositori del regime siriano del presidente. Tripoli, città prevalentemente sunnita, ha visto spesso verificarsi scontri tra sunniti e alawiti. Il presidente siriano Bashar Assad appartiene alla setta sciita alawita. La città tuttavia ha raramente assistito a esplosioni simili negli anni recenti.
PEGGIOR ATTACCO DAI TEMPI DELLA GUERRA CIVILE | Quello di ieri è il peggior attacco dai tempi della guerra civile (1975-1990) e arriva a una settimana di distanza dall'attentato che ha colpito i sobborghi meridionali della capitale Beirut, roccaforte delle milizie sciite di Hezbollah, facendo 27 morti. Intanto il premier Majib Miqati ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale per le vittime dell'attentato. Il presidente libanese Michel Suleiman ha interrotto la sua vacanza all'estero ed è rientrato a Beirut per presiedere un vertice allargato con le massime autorità politiche e di sicurezza libanesi, presso il palazzo di Baabda.
LA CONDANNA DELLA BONINO | «Sono odiosi episodi di violenza che hanno stroncato vite innocenti e meritano la più ferma condanna». Così il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha commentato gli attacchi terroristici libanesi. In una nota Bonino ha espresso la sua «calorosa vicinanza ai familiari delle vittime» e ha sottolienato «la necessità che una rapida ed accurata inchiesta accerti le responsabilità». Per la titolare della Farnesina, «chi si è macchiato di questi crimini intollerabili deve risponderne di fronte alla giustizia». «Rivolgo un forte appello a tutte le parti –ha concluso il ministro- ad ispirare la loro condotta al massimo autocontrollo e ad evitare una spirale di ritorsioni. Condizione essenziale per salvaguardare la sicurezza, la stabilità, e la stessa unità nazionale del Libano è l'impegno di tutte le forze politiche del Paese nel continuare a sostenere la politica di neutralità dalle crisi regionali».
Sabato 24 agosto 2013