Dopo i «no» di letta e «mai» di Franceschini sul Cavaliere
Dalla sinistra solo retorica vuota sugli interessi del Paese
IL NEMICO BERLUSCONI | «È bene uscire dalle ipocrisie, e chiarire quello che troppi fingono di non comprendere. Se Enrico Letta ribadirà il suo «no» e Dario Franceschini il suo «mai», risulterà evidente che l’attuale delegazione del Pd al Governo vuole semplicemente ottenere in fretta e furia una nomination da parte del proprio partito, scavalcando Renzi (magari evitando o rinviando il congresso e un confronto aperto nel quale l’attuale nomenklatura sa di essere perdente), e presentandosi come quelli che si sono opposti al «nemico Berlusconi». Così in una nota Capezzone Coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della Commissione Finanze della Camera.
DALLA SINISTRA SOLO RETORICA | «Tutto questo dovrebbe avvenire – continua Capezzone - sulla pelle di Berlusconi, del Governo (a cui pure dicono di tenere) e del Paese. Ma fanno male i loro conti, perché il Pdl sarà fino in fondo a fianco di Silvio Berlusconi, dei milioni di elettori che lo hanno scelto, e delle buone ragioni liberali e garantiste della maggioranza degli italiani, che non hanno voglia di lasciare campo libero alla sinistra delle tasse e del giustizialismo. E non avremo alcuna esitazione a svelare queste ipocrisie, se saranno confermate dai fatti. E infine, sarebbe gravissimo se, sul piano istituzionale, si desse copertura a comportamenti di questo tipo, lontani anni luce da quegli interessi del Paese di cui la sinistra ama riempirsi retoricamente la bocca.»
Venerdì 23 agosto 2013