Padre max anselmi

Essere in cammino verso l'Infinito

Il nostro caro padre ci guida in un percorso "iniziatico" sulla scia di san Paolo della Croce

di P. Max Anselmi c.p.

Padre Max Anselmi, passionista
Padre Max Anselmi, passionista

CORSO IN QUATTRO QUADRI

per conoscere

S. Paolo della Croce

e il suo invito a lavorare

per la felicità delle persone

Come vorrei – anche per un istante –

fermare il tempo

per raggiungere un Pellegrino d'Assoluto

ed insieme camminare

su sentieri di primavera

che conducono

... all'infinito

a cura di

Padre Max Anselmi Passionista

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PRIMO QUADRO

(su quattro)

Il nostro ricordo e il nostro grazie

a san Paolo della Croce

nell'anno giubilare 2025

di Max Anselmi Passionista

San Paolo della Croce (1694-1775) è una di quelle figure del cattolicesimo e della storia italiana che meritano di essere sempre e di nuovo rivisitate. Uomini come lui sono punti di riferimento permanenti. Essi hanno saputo amare il loro tempo, la loro gente, si sono consumati per risollevare le condizioni umane e il livello morale di intere popolazioni, impiantando nei cuori, con la grazia della parola della croce, le radici dell’amore e della gioia della grande, potente e radiosa esperienza redentrice di Dio.

Nonostante le difficoltà e le miserie del suo tempo, che conobbe guerre, devastazioni, malattie, povertà, Paolo Danei non solo non si diede mai per vinto, ma seppe ovunque irraggiare forza, coraggio, speranza; appare ancora attuale e circostanziata la prima biografia, quella che il suo discepolo, San Vincenzo Maria Strambi, dopo solo 11 anni dalla morte, nel 1786, gli dedicò; oppure la monumentale ricostruzione storica dello storico Enrico Zoffoli, composta di tre grossi volumi, di complessive 6.000 (seimila) pagine (cf. S. Paolo della Croce. Storia critica, Curia Generalizia dei Passionisti, vol. I, Roma 1963, pp. LXVII-1618; vol. II, Roma 1965, pp. 1756; vol. III, Roma 1968, pp. 2512)! Ma in questa sede vogliamo sintetizzare e incuriosire insieme rimandando a testi anche più recenti e snelli, che appaiono anche in rete. Sulla giovinezza di san Paolo della Croce: Bacio e Croce. Alla scoperta della meravigliosa opera di Dio nella giovinezza di san Paolo della Croce, a cura di Max Anselmi Passionista, Lucca, Casa Giannini, I ed. gennaio 2019, pp. 437; II ed. settembre 2024, pp. 494. Nella seconda edizione viene reso noto il manoscritto inedito della “Pratica dello stato di privazione” del P. Colombano Poggi da Genova (m. 1752), con un saggio critico di Massimo Archetti Maestri).

Lo scopo è divulgare tra un pubblico sempre più vasto la peculiarità del suo carisma di contemplativo e apostolo di Gesù, morto in croce e risorto per noi, e anche per invocare la sua protezione nei tempi odierni così carichi di problematiche e sofferenze non molto dissimili da quei lontani tempi andati.

Certo, Egli fu un personaggio dal carattere forte, deciso, tuttavia umile e laborioso, generoso fino all’eccesso, votato al sacrificio, e per questo ne ammiriamo la singolarità, ma ne tratteggiamo ora un veloce profilo, convinti che possa ancora nobilitare i tratti di un singolare carattere di tenacia e audacia tutta… ligure, perché egli fu e resta un Santo concittadino dello stato "Genovese": la città di Ovada, sua città natale, apparteneva allora a fine seicento, alla Serenissima Repubblica di Genova; in quest'anno giubilare, 2025, lo vogliamo ricordare particolarmente riconoscenti, con la dedica di due commemorazioni che valorizzano due anniversari della sua storia:

- nel 2025 ricorrono infatti 250 anni dalla sua morte (1775 - 2025) e 300 anni dal primo riconoscimento della Congregazione Passionista da parte del Papa Benedetto XIII (1725 - 2025). (Piace evidenziare che il 1725, durante il quale, il 21 maggio, il Papa Benedetto XIII, a Roma presso la Basilica di Santa Maria in Domnica, detta della Navicella, concesse a Paolo della Croce la facoltà di avviare la Congregazione, radunando discepoli, era un anno giubilare, come l'attuale. Fu un grande evento, anche se l'autorizzazione fu solo verbale: "vivae vocis oraculo". Era infatti parola del Papa!).

La sua vocazione religiosa era nata in famiglia, l’ascolto dei racconti della sacra Bibbia e della vita dei Padri del Deserto lo avevano affascinato, e con il fratello Giovanni Battista, fin dalla più tenera infanzia, egli aveva maturato la convinzione di una speciale consacrazione. Le pratiche devote, la scuola dai Carmelitani a Cremolino, la preghiera contemplativa che praticava assiduamente e a lungo, il desiderio di fare catechismo ad altri giovani, come fu raccontato, lo portarono a desiderare di verificare, crescendo, la sua vocazione. Per coloro che desiderassero conoscere la storia vocazionale di Paolo, mistico fondatore dell’ordine dei Poveri di Gesù, comunemente detti Passionisti, è importante far presente che essa si intreccia con un'altra grande figura evangelica di Genova, nata il 12 maggio 1688 ad Albaro: Giovanna Maria Battista Solimani, il cui nome di battesimo era Maria Antonia, fondatrice dell'ordine delle Romite di San Giovanni Battista.

Quando la famiglia di Paolo, verso la fine del 1709 da Cremolino (AL) si trasferì a Campo Ligure (GE), egli aveva 15 anni. Dopo la morte, nel 1710, ad Ovada di due zii sacerdoti, il 17 luglio don Giovanni Andrea Dannia, rettore dell’Oratorio dell’Annunziata, e un mese più tardi, il 23 agosto, il fratello don Giovanni Battista Dannia, a loro ricordo, essendo in età giusta, fu consigliato a Paolo di frequentare il seminario di Genova, se non per diventare sacerdote, almeno per poter studiare.

E così fece, per due anni, all'incirca dal 1710 al 1712. Per facilitargli la frequenza al seminario, fu chiesto di ospitarlo al marchese Girolamo Pallavicini, ben conosciuto dalla famiglia Danei, anche perché aveva possedimenti a Castellazzo Bormida (AL), presso la chiesa di S. Trinità da lungi. Durante la sua permanenza a Genova, Paolo sentì parlare molto bene della Solimani, e poté stringere con lei una profonda amicizia spirituale.

Per sollevare economicamente la sua famiglia, tuttavia, che sapeva essere restata in estrema miseria, si sentì però motivato, da responsabile figlio primogenito, a voler sospendere la frequenza al seminario per cercare in qualche modo di aiutare. In effetti nel 1712 sospese la frequenza al seminario, vagando da un paese all'altro, disponibile a svolgere diversi lavori per soccorrere i suoi. Una volta per guadagnare qualcosa si imbarcò pure su una nave fino ad Aleppo in Siria.

Furono anni caratterizzati da una vita randagia, dispersiva, colma di strapazzi. Nel 1713, il 22 luglio, giorno di santa Maria Maddalena, dialogando con un sacerdote, sentì il bisogno di decidere di non lasciarsi travolgere ulteriormente dai problemi, al contrario di riprendersi in mano la propria vita, compiendo una scelta forte di servire il Signore alla grande. Aveva 19 anni e mezzo. Quella data è stata qualificata da lui stesso come la data della sua conversione e della ripresa del fervore spirituale. Nei periodi, durante i quali si tratteneva a Genova, non mancava mai ad andare a far visita a Maria Antonia Solimani, non ad Albaro, ma dallo zio sacerdote, rettore del santuario di S. Maria della Castagna di Genova - Quarto, intrattenendosi in prolungati colloqui, come faceva negli anni in cui frequentava il seminario.

Ce ne parla, documentandolo, il biografo della Solimani, così:

“Tra le molte persone che per vari motivi, erano soliti visitare la Serva di Dio, vi fu un Chierico di nome Paolo, figlio di Luca Danieri [Danei] e di Anna Maria Messari [Massari]. Questo piissimo giovane, nativo di Ovada era venuto a Genova e, trovandosi in condizioni economiche assai disagiate, aveva trovato alloggio per carità, in casa del Marchese Paolo Gerolamo Pallavicini.

Avendo compreso che la serva di Dio era veramente illuminata di luce soprannaturale, il giovane veniva sovente a visitarla per discutere problemi spirituali e per aver consigli.

Un giorno rapiti entrambi nella luce abbagliante di Dio, giunsero a predirsi a vicenda la fondazione di due Congregazioni Religiose. Infatti come più tardi avvenne, Maria Antonia avrebbe posto le fondamenta delle Romite di S. Giovanni Battista; così il giovane divenuto poi S. Paolo della Croce, avrebbe fondato i Passionisti” (cf. Giovanni Musso, Una mistica del secolo XVIII. Vita della Madre Giovanna Battista Solimani Fondatrice delle Romite di S.G.Battista, Genova 1960, pp. 175; cit. Paolo della Croce “chierico”, pp. 58-59).

La maturazione vocazionale di Paolo è stata lunga, perché collegata con la vocazione di essere fondatore di una nuova Congregazione: è egli stesso a raccontarcelo.

Egli, anche per far loro qualche servizio, si recava spesso dai parenti che abitavano a Rivarolo Ligure (oggi Genova - Rivarolo). il paese dove era nata sua mamma: Anna Maria Massari. Dal paese, che si estende lungo il fiume Polcevera, alzando gli occhi, si scorge sulla vetta del monte Figogna, alto 804 m. , il santuario della Madonna della Guardia che, a quei tempi - siamo intorno al 1715 - non era molto frequentato, anche perché, per raggiungerlo, occorreva inerpicarsi su sentieri maltenuti. Lo sarà più tardi... , con la costruzione del nuovo santuario alla fine del XIX secolo, per l'incessante attività di Mons. Pietro Malfatti, che ne fu rettore per cinquant'anni, dal 1899 al 1949. Mons. Pietro Malfatti era amico del Sig. Filippo Boidi e della sua famiglia; una sua figlia, sarebbe poi diventata monaca Passionista in Ovada, col nome di madre Leonarda Boidi, ora venerabile. Mons. Malfatti era originario di Casalcermelli (AL), compaesano della moglie del Sig. Filippo Boidi, la Sig.ra Antonia Bruno. (cf. Una passionista alessandrina: Leonarda Boidi. Ricerche e studi, Vol. I e II, a cura di Max Anselmi Passionista, Monastero delle Passioniste, Ovada (AL) 2006, di complessive pp. 1596; cit. Notizie sulla famiglia di Filippo Boidi: Capitolo terzo, paragrafo 3)

Per quanto si sappia, Paolo non è mai salito alla Madonna della Guardia, ma di particolare rilevanza è stato per lui invece il santuario mariano che prende nome dal monte Gazzo, alto 419 m. , sopra Sestri Ponente (oggi Genova-Sestri), conosciuto come santuario di Nostra Signora del Gazzo.

Egli, passando un giorno per Sestri, stanco della vita che stava facendo, fu preso da un fascino particolare nel guardare in alto al piccolo santuario della Madonna del Gazzo, tanto da far risalire ad esso la prima “illuminazione mistica” sul futuro della sua vita. Sull'esperienza che egli fece ci sono documenti di alta qualità che favoriscono notizie preziose. Il primo documento ci viene da Paolo stesso; il secondo dalla Curia vescovile di Alessandria; il terzo dalle deposizioni dei testimoni ai Processi per la sua Causa di beatificazione e canonizzazione.

Leggiamo in apertura della Prefazione alla prima Regola:

"Io poverissimo e gran peccatore Paolo Francesco, minimo servo de^ poveri di Gesù, due anni circa dopo che il mio amantissimo Iddio m'ha convertito a penitenza, passando per la Riviera di Genova verso Ponente vidi una piccola chiesa in un monte sopra Sestri detta la Madonna SS.ma del Gazzo, e nel vederla mi sentii mosso il cuore al desiderio di quella solitudine; ma siccome ero impiegato nell'officio di carità per l'assistenza ai parenti non potei mai effettuarlo, solo che sempre lo tenevo nel cuore".

L'esperienza interiore che Paolo fece in relazione al Santuario della Madonna della Misericordia sul Monte Gazzo, unita alla riflessione sul suo futuro... , fu molto importante, perché si pose come punto fisso, costituendo pure una svolta decisiva nella sua vita... , perché l'unico desiderio che aveva era quello di attuarla! È lui stesso a confidare che questa esperienza gli si è impressa... indelebilmente nel cuore: "Ciò non mi si partì più dal cuore, e mi seguiva sempre più maggior impulso".

Ne parla, come è stato evidenziato, nientemeno che in apertura alla Prefazione della prima Regola: anzi parte da questo fatto nello stendere la Regola stessa!

Colpisce il fatto che Paolo della Croce, nel raccontare la sua storia vocazionale, parta da questa esperienza mariana, cui sarebbe seguita quella successiva e decisiva illuminazione spirituale avuta a Crema, il 20 febbraio 1716, dove si era recato per arruolarsi volontario per combattere per Dio, soldato della Lega contro i Turchi, perché, durante la prolungata adorazione eucaristica personale, fu reso convinto che la lotta contro il male cui la Mater Misericordiae lo chiamava, come già a Genova Sestri aveva sentito interiormente, guardando l'altura del Monte Gazzo, non era quel tipo di guerra cruenta, ma doveva ritirarsi in solitudine e vivere da povero, abbandonata ogni velleità di agire armi che non fossero preghiera e penitenza. E così fece...

All'esperienza di Sestri Ponente con la Madonna del Gazzo è dedicato il tredicesimo articolo, l'ultimo, del "Memoriale", prodotto dalla Curia Vescovile di Alessandria. Si tratta di una raccolta di testimonianze, fatte nel corso del mese di novembre 1749, come si viene a sapere dalle prime due note che fanno parte del documento originale.

Nella prima nota è segnalato che il parroco di Ovada fece copia autentica dell'atto di battesimo di Paolo il 4 novembre 1749. Nella seconda nota, che riporta la testimonianza della sorella di Paolo, Teresa Danei, è segnalato che la fece il 18 novembre 1749.

Padre Giovanni Maria Cioni, al Processo informativo di Vetralla, riferì che Paolo, prima di bruciare il "Memoriale", volle leggerlo integralmente alla sua presenza: giunto al paragrafo o al numero 13, lo criticò, perché non conforme alla verità dei fatti. Al riguardo è bene riportare la testimonianza del Padre Giovanni Maria Cioni, come è stata verbalizzata negli Atti del Processo. Eccola: "Nell'ultima deposizione segnata numero tredici, mentre la leggeva il padre Paolo fece punto, dicendo non [120v] esser ben spiegata, perché esso intendeva, e capiva la presenza di Maria Santissima, ma non la vedeva cogl'occhi corporei".

Per chi desiderasse conoscere il testo del numero o paragrafo 13 del citato "Memoriale", lo riportiamo qui di seguito in traduzione italiana. Esso recita:

"Questo si riconosce pienamente attuato specialmente nel nuovo ordine di religiosi, di cui lo stesso Paolo pose le fondamenta, e i cui auspici si afferma che siano stati ricevuti dalla Beatissima Vergine, particolarmente circa la forma del vestire dei religiosi. [120r] Mentre infatti, ancora laico, Paolo un giorno era in viaggio per Genova per motivi di famiglia, presso una chiesetta di campagna dedicata alla Madonna del Monte, rapito in estasi (XIII), gli apparve Maria Vergine in veste ruvida e nera con sopra impressi alcuni segni della Passione del Signore, invitandolo a fondare nella Chiesa una nuova famiglia religiosa. Manifestando subito il fatto al P. Colombano Cappuccino, suo direttore spirituale, con l’esortazione del detto Padre, Paolo non tardò ad attuare il celeste consiglio".

Come si sta notando, la sua avventura carismatica ha due origini: la prima mariana, la seconda umana: era povero, ha lavorato con i poveri, soprattutto giovani, al porto di Genova e altrove, è stato pure sulle navi fino ad Aleppo in Siria, ha visto tanta miseria, soprattutto morale. L'esperienza mariana e l'esperienza della miseria umana e spirituale, per cinque-sei anni se l'è tenuta nel cuore, poi l'ha guidato a fare le sue scelte radicali e l'ha condotto pure a fondare un gruppo di persone generose consacrate perché si prendessero a cuore a insegnare il timore di Dio a coloro che erano nella miseria umana e morale, soprattutto alla gioventù.

(Il racconto continua...)

PREGHIERA

a S. Paolo della Croce

O Paolo, santo della Passione,

dalla cui contemplazione

si riceve grazia su grazia,

intercedi per noi

perché possiamo mantenere

sempre nella vita

il senso del sublime

del soprannaturale,

della grandezza mai finita

del Dio vivente.

Oh, Dio, mio Amore, mia Felicità!

Amen

Mercoledì 22 gennaio 2025