OLIGARCHIA RUSSA E RICATTO BELLICO

Il vero senso economico della guerra in Ucraina

uno scontro tra Primari e Secondari

Conflitti in corso: contrapposizioni tra realtà emblematiche del mondo dello sviluppo economico industriale e terziario contro potentati economico-ideologico-religioso-statali arretrati e basati su economia prmaria ed estrattiva

di Sergio Bevilacqua

Oligarchi russi
Oligarchi russi

La guerra ucraina è una lampante e gravissima infrazione al Diritto Internazionale e il suo scopo è ben diverso da quello che Russia e certi organi di stampa occidentali filorussi vogliono far credere. Lo scopo della Russia è di sopravvalutare le proprie materie prime e idrocarburi, sostenendo finché è possibile, i prezzi in un mercato condizionato dalla domanda dell’Occidente, per ottenere i valori non di mercato che servono ad essa, minacciando con l’arsenale nucleare se non si accettano tali condizioni. La Cina ne approfitta facendo finta di niente, perché la Russia glieli passa di nascosto a prezzo basso, e la difficoltà dell’altro cliente la rende più forte sul resto che ha in comune, cioè sulla competizione in tutti ormai i settori industriali, nei quali, grazie soprattutto al suo immane mercato interno, continua a svilupparsi.

Con la Cina la logica è di concorrenza, abbastanza leale, perché tecnico-economica.

Con la Russia, la tratta iniziale della catena del valore (materie prime e idrocarburi) è attraversata dal ricatto con la violenza sul resto della catena, per farsi ipervalutare: Ucraina, Georgia, minacce nucleari di qua e di là... : ecco com’è la pistola che viene puntata alla testa di potenziali clienti occidentali delle ricchezze del sottosuolo russo. La sua propaganda traveste con elementi ideologici e culturali questa minaccia, sapendo che dall’altra parte c’è, come ovunque, una platea ingenua e limitata nelle capacità di analisi e disvelamento. Tali elementi ideologici e culturali sono infatti, per chi conosce l’economia industriale olistica di oggi, tutte scuse per bambini e giocatori di risiko: dimostrano il tentativo di egemonia o il suprematismo di minerari e primari per vie militari contro i secondari sofisticati ed evoluti, che giustamente godono delle loro capacità scientifiche, tecnologiche e politiche democratiche.

Il popolo non ne sa nulla e anche qui la gran parte non capisce, abituato com'è alle favole dei fratelli Grimm e dei filosofucci ottusi o stipendiati dalla propaganda degli “oligarchi del sottosuolo” russi tramite lo Stato Federale del loro capo Putin, le favole di Dugin e la religione di Stato ortodossa asservita. Puntare su ciò che appare, serve a portare dalla propria parte le menti semplici, quando invece non tutte le cose che accadono si vedono, in particolare in economia.

Infatti, il terrore del fornaio è che non si debba più comprare il suo pane (alias materie prime e idrocarburi). Per questo il fornaio sta rischiando costringendo alla guerra.

E i sognatori nostrani non vogliono capirla: rifiutano di entrare nella materia economica che spiega davvero ciò che sta succedendo, perché vogliono continuare a cullarsi con testi sacri e acume di filosofi, campo nel quale tutto è possibile e anche perché sono da immaturi, ossessionati dal gioco del Risiko, che dipende dai carrarmati o dalle testate nucleari, mentre…

Mentre, la partita vera è il patrimonio privato degli oligarchi primari russi, con l'orrore di un enorme arsenale nucleare a disposizione per ipervalutarlo. Ciò accade per le capacità di sostituzione futura delle loro risorse del sottosuolo, sottratte al popolo russo, e l'aggressione è programmata e preventiva. Anche i Paesi in ritardo (la gran parte) dei BRICS stanno cercando di trovare una loro via tardiva al benessere occidentale e indotto mondiale.

Chi ha fatto la rivoluzione scientifica e tecnologica e industriale, l’Europa e l’Occidente, ne ha giustamente goduto. Ora i tempi stanno cambiando perché la economia industriale è ormai stabile e globalizzata: ed è successo che qualcuno ha perso il treno (URSS e poi Russia), qualcun’altro non c'è mai salito o voluto salire (Paesi arabi), altri ancora (Cina e India) per motivi diversi hanno dovuto fare o rivoluzioni sanguinosissime per attivare un humus sociale idoneo all’industria, come è stato con la rivoluzione culturale in Cina. Anziché, come nella grande India, attendere le inerzie mondiali per ricollegarsi al ciclo del benessere sociale e civile donato dall’economia industriale, secondaria e poi terziaria. l’India, infatti, non gode come la Cina di un sistema politico coeso e che ha abbracciato in pieno la sociologia industriale.

Ciò detto, è semplicemente iniquo che quelli che sono rimasti indietro reclamino ora ciò che è di altri, anche se non è tutto “giusto” o “sbagliato” in economia: l’economia è un sistema aperto, piuttosto regolato a differenza di altri sistemi aperti, e in particolare il suo sottosistema “economia industriale” lo è per eccellenza, pur senza diventare meccanismo.

Dunque, date le condizioni attuali dell’economia mondiale, che ci voglia un riequilibrio parziale può pure essere. Ma la pretesa russa è suprematista, e mira a sostituire con il proprio ben più classico imperialismo da carrarmati e invasioni, il cosiddetto "Impero USA", che avrà anche fatto cose simili, ma che è oggi superato nei fatti dalla dimensione olistica dei Grandi Gruppi Globali, potenze economiche apolidi non hanno ormai più nazionalità o geografia di riferimento, nemmeno in Nord America.

Il grado di impatto e visibilità di un GGG, la sua capacità di contribuire al benessere dell’umanità non dipende dalla sua collocazione sul territorio, ma nella catena del valore: più operi nelle fasi ad alto Valore Aggiunto della Produzione di valore (più basse nell’economie primarie, più alte in quelle secondarie e in quelle terziarie), più generi benessere e cultura diffusa. Se sei praticamente solo primario, non avrai le tecnologie (knowledge, know how) di 10000 settori industriali avanzati e dunque non potrai e non dovrai guidare il mondo. Ciò non significa che devi essere strangolato, ma che tu non debba guidare questo è certo. Questa riflessione sembra tagliare fuori romanticismi e altri elementi umanistici per andare volgarmente al “do-ut-des”: non è così, e si vede benissimo quanta cultura emerge dalle civiltà secondarie e terziarie, e quante ragnatele e oscurantismi emergono dalle arretrate società primarie, nostalgiche.

Perché il benessere dell'umanità, e anche la sua migliore libertà, viene dall'economia: Marx o Smith o Keynes è assolutamente uguale... Magari non i modi. Ho svolto un lungo lavoro di 50 anni da sociologo scienziato (non ideologo di parte) al servizio della migliore comprensione della realtà socioeconomica dell'unico mondo che abbiamo, senza pretendere la verità, che in socioeconomia non esiste quasi… Grazie però a una riflessione libera da romanticismo, suggestioni, emozioni e interessi personali, come spiegano tutti gli scienziati riguardo al proprio lavoro, ho potuto delineare un livello di conoscenza economica che non è del tutto aleatorio ma basato su un approccio alla conoscenza rigoroso e definito, da cui sono discese metodologie applicative di grande efficacia pratica su molte centinaia di soggetti privati e pubblici anche di dimensione globale. E qui cerchiamo di capire quale è il senso delle oligarchie oggi, cosa sono, come operano e perché sono o meno pericolose. Ne fa parte il concetto di oligo-capitalismo (capitalismo di pochi), come base per un'ipotesi politica oligarchica, cioè la capacità patrimoniale sviluppata da certuni che consenta loro di controllare capacità politiche differenti dallo stretto processo di produzione del valore (cioè, l’economia in sé).

L'ipotesi oligarchica, infatti, non è solo economica, ma va a toccare tutti gli aspetti della vita civile e sociale. Pochi, dunque, comandano su una struttura politico-amministrativa estesa a tutti i fattori della vita umana (uno Stato, ad esempio). Lo possono fare usando la forza e con arbitrio, lo possono fare alterando i meccanismi di consenso, lo possono fare falsando i risultati, costruendo poteri postumi molto invasivi grazie al fascino del denaro o anche talvolta regolarmente.

Facciamo un caso eclatante: la finanziaria Blackrock amministra e gestisce un patrimonio che oggi sarà circa 5 volte quello dello Stato italiano (circa 10000 miliardi contro circa 2000). Essa è una organizzazione manageriale, cioè, è dotata di strutture decisionali articolate e complesse e nessuno decide nulla senza il vaglio di molti uffici, competenze e organi, molto più efficienti e competenti di quelli di uno Stato, che ha oltretutto competenze molto diverse, tra cui di certo è esclusa quella di effettuare sistematicamente impresa economica.

Ricorderete il mio ribattere sempre sulla differenza tra Primari e Secondari, cioè tra coloro che hanno la fortuna di avere risorse del territorio e chi ha invece fatto il lavoro immenso di trovare idee e sistemi per rendere la natura funzionale alla vita reale, simbolica e immaginaria dell'uomo.

L'industria è questo. L'umanità si è moltiplicata grazie alla qualità di sopravvivenza consentita dall'industria, che è trasformazione, mani-fattura, cioè il cosiddetto "secondario", con le tecnologie sempre più sofisticate realizzate dallo studio informato proprio della mente umana, e non semplicemente trovate sottoterra.

Quindi, i capitalisti non sono tutti uguali. Ci sono quelli del secondario è del conseguente terziario che vivono d'ingegno e che operano in un mondo ormai se99nza confini, e quelli che stanno seduti sulle miniere, che oltretutto valgono solo perché i primi ne hanno bisogno.

I primi (secondario e connesso terziario) non hanno da almeno 25 anni particolari Stati di riferimento, nemmeno Stati importanti… Oggi, non ieri. I confini sono stati in buona parte abbattuti durante gli anni 90 ed è così avvenuta la maturazione della forza olistica (globale o mondiale) dell'economia secondaria e terziaria.

I produttori di materie prime, invece, hanno tuttora ovvi territori di riferimento, e possono sviluppare rapporti opportunistici con gli Stati e anche guidarli.

In generale, e sempre più in questo senso, i GGG (Grandi Gruppi Globali) invece vedono gli Stati come limiti alle proprie attività e non c'è USA o Ue oppure Russia: essi vanno per la loro strada.

Quindi, non essendoci impero senza economia imperiale ed essendo questa fase finita almeno da un quarto di secolo per l'Occidente, deve essere rivisto il concetto di impero americano, che è superato ed erroneo. Invece, tale concetto di “impero” vale organizzativamente per la Russia, ove potere economico primario e potere dello Stato si fondono. Ergo, accusare gli USA e la NATO d'imperialismo è oggi semplicemente errato. È invece tecnicamente giusto per la Russia, non perché buoni o cattivi, ma perché l’economia in Russia è Primaria e territoriale anziché Secondaria e apolide.

Si tratta di un'evoluzione naturale, per quanto è naturale (parecchio) l'economia, anche quando secondaria, e sempre di più. E questa pianta, sempre più naturale, ha dentro di sé i suoi anticorpi. E i parassiti e agenti esterni distruttivi vengono combattuti.

Ovviamente, ed è la posizione dei GGG sulla guerra mondiale, quando la reazione diviene pericolosa per la pianta stessa, buona o cattiva che sia, non viene attuata.

A differenza dell'inferiore intelligenza degli Stati.

Domenica 30 giugno 2024