L’8 MARZO 2023, VERA FESTA DELLA DONNA, E L'ERA GINECOFORICA
La Ginecoforia, cioè la valorizzazione della figura femminile in tutte le società umane, è un dato oggi spettacolare e importantissimo. I limiti percepiti sono in realtà inerzie di un’epoca. Necessari più che mai per tutti intelligenza e amore
di Sergio Bevilacqua
Il fenomeno della emersione delle donne nella società va ben al di là delle feste e del romanticismo. È una delle 4 rivoluzioni che stiamo vivendo in contemporanea.
La GINECOFORIA, cioè la valorizzazione della figura femminile in tutte le società umane, è un dato spettacolare e importantissimo. Esso sta avvenendo e i limiti che ancora sono accusati sono in realtà da considerare inerzie di un’epoca, lunga molti millenni, al tramonto veloce e pericolosissimo per l’umanità se non gestita con intelligenza e amore, due parole che non richiederebbero spiegazioni se fossero universalmente intese allo stesso modo.
Vediamo “intelligenza”: due gradi di approfondimento semantico, di cui il primo dal latino intelligere che significa “capire”. Quindi intelligenza è la capacità di capire; e ciò può avvenire in molti modi, ad esempio tramite la capacità del cervello di creare connessioni e di muovere archivi di memoria, oppure tramite la capacità dei sensi di recepire i fenomeni del mondo esterno e di combinarli con altre configurazioni presenti nella nostra testa in modo consapevole, oppure ancora di fare tutto questo senza una chiara consapevolezza del processo logico (intuito). Ma intelligere a sua volta deriva da inter-eligere, cioè selezionare tra le varie ipotesi di conoscenza, e in particolare selezionare quella giusta. Quindi vediamo che si passa da un requisito oggettivo (capire) a un requisito soggettivo (saper selezionare), per cui molto spesso la non-intelligenza di un fenomeno arriva a essere considerato un insulto da chi ne viene tacciato, quasi come un’offesa di stupidità.
“Amore” è anch’esso un termine che viene usato in molte accezioni. Non intendo qui citare fonti importanti per la accezione comune, come per esempio l’antico saggio del sociofilosofo Francesco Alberoni “Innamoramento e Amore”. 1979, e nemmeno l’importantissimo saggio/enciclica di Joseph Ratzinger già Benedetto XVI, “Deus Caritas est”, del 2005, che specifica in modo pregevole da grande sociologo clinico e sociofilosofo (dunque teologo) cristiano le numerose accezioni del concetto di amore. L’esercizio necessario qui riguarda un’accezione molto semplice, che è “il sentimento che lega la donna all’uomo fino a fonderli in un soggetto societario come la famiglia e in un soggetto umano come i figli”. Attenzione: visto il dilagare di nuove forme di coesione affettiva di vario tipo, e senza particolari obiezioni alla loro natura benigna, ma con seri pensieri, presenti anche nel caso classico peraltro, riguardo ai possibili difetti, in questo testo io adotto la parola amore nella sola accezione del virgolettato corsivo sopra. Ripeto, a scanso di equivoci, qui, in questo testo e senza assolutamente giudizio di merito amoroso riguardo agli altri tipi di unione.
Perché, allora, contro il patriarcato in caduta libera, per sostenere e promuovere un ruolo sempre maggiore della Donna nella società umana occorre intelligenza e amore?
Occorre intelligenza perché devono essere capiti alcuni fenomeni epocali, di seguito, senza voler essere esaustivi:
È così abbastanza chiaro perché il maschio umano, molto condizionato da fattori opportunistici, deve oggi saper esprimere Amore per la Donna. Non solo perché Ella è più adatta di lui al mondo di domani, ma anche perché, se non lo fa, per la prima volta nella storia umana, è nelle condizioni del punto 6. sopra, e ciò già da almeno 10 anni. E dunque di quale “amore” parliamo? Ho studiato l’argomento con la clinica sociatrica organalitica e posso riportare la sintesi di qualche centinaio di casi, di cui un centinaio di sistemi familiari, trattati tramite la vecchia onlus “Educhiamo Insieme”. L’amore di cui parliamo è un sentimento. Il dibattito se si tratti di qualcosa di fenotipico (dovuto all’esperienza) o di genotipico (interno al DNA umano) è tuttora aperto, ma sono praticamente certo, dall’esperienza clinica, che si tratti di qualcosa di comunque strutturale nel soggetto umano. Amore, nel caso in questione, cioè tra uomini e donne biologiche, riguarda una attrazione reciproca con desiderio di contatto fisico, una ricerca esplicita o meno di frequentazione su tutti i piani della esistenza, un rapporto di naturale mutuo soccorso, la creazione di una costellazione familiare unica a partire da quella propria di ciascuno dei due, e, infine e in sintesi, la creazione di un organismo sociale comune, con condivisione di aspetti economici, di sopravvivenza e di rischi/opportunità comuni: insomma una società a tutti gli effetti con un bilancio esteso a fattori anche immateriali rigorosamente comune, anche se moderato da leggi e convenzioni. Accanto all’aspetto sentimentale, verrebbe da dire psiconeurologico, la sostanza di “questo amore” è il principio di reciprocità. E questo è l’elemento che più vale nel rapporto: il fatto cioè che siano riconosciuti di interesse rigorosamente comune la gran parte dei fattori della relazione amorosa, fino a generare un organismo societario unico la cui esistenza vale spesso appena un poco di meno della sopravvivenza individuale.
È dunque giunto il tempo del passaggio di testimone: la guida dell'umanità richiede una valutazione prioritaria delle qualità femminili, e ormai solo accessoria di quelle maschili, benché necessaria e complementare.
I tempi moderni lo richiedono.
E insieme a ciò, una revisione completa sul piano civile della figura femminile: troppo poco si discute e troppo poco si considera la importante seconda età della donna, quella fase così importante e formidabile di persone umane che non hanno più funzioni stringentemente riproduttive, ma che portano comunque la bellissima varietà di una mente variegata ed eclettica, e più stabile di quella dell’età riproduttiva. La cui bellezza è fatta anche di esperienza e di equilibrio, e il cui contributo all’umanità è ancor’oggi incompreso e non organizzato in termini pedagogici. La bellissima donna della seconda età non ha nulla da invidiare alla bellissima donna della prima età, quella riproduttiva: sono entrambe vincenti, entrambe devono avere la stima profonda, il rispetto e l’amore degli uomini, per motivi relativamente differenti ma fortissimi e sostanziali in entrambi i casi.
E gli uomini devono capire che l'era ginecoforica ci vede a importante complemento, ma, ascoltino i suprematisti maschi! , soltanto complemento, amoroso e affettuoso, della poliedrica ed eclettica mente femminile.
Va capito da tutti, uomini soprattutto, ma anche da tante donne, e al più presto…
Viva la Donna! Viva l’Umanità.
Mercoledì 8 marzo 2023