LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO

I giovani custodi di bellezza e speranza

Il significato della biografia individuale

Occorre dar conto della complicata esperienza di vita che il giovane si trova a dover affrontare, caratterizzata non soltanto dalla debolezza e dalla discontinuità dei redditi, ma anche dall’assenza della progettualità della propria esistenza

di Vincenzo Punzo

Vincenzo Punzo
Vincenzo Punzo

A volte gli adulti parlano dei giovani con una certa distanza, come se fossero loro la causa di ogni male. Credo invece che sia necessario parlare con i giovani, importante ascoltarli e condividere le loro idee, solo così si può pensare di unire esperienza e bellezza e fare molte cose insieme, anche se la perfezione è solo di Dio. Anche io sono stato un giovane del ’68, ricordo che abbiamo fatto le scelte necessarie per quel periodo e tutto si è rivelato fecondo fino ad oggi. Attualmente abbiamo la certezza che tante cose sono cambiate e non ci resta che assecondare le idee e le tecnologie delle nuove generazioni.

Quello che si rivela più difficile per l’uomo è facile per la natura, in questi anni per varie circostanze abbiamo constatato una vera inversione di marcia, tanti giovani sono ritornati alle proprie origini, intrise di tradizioni familiari e popolari, riprendendo magari attività produttive nell’ambito dell’artigianato, o lavori presso la filiera zootecnica, offrendo massima accoglienza per turisti con prodotti a km 0.

Adesso vi racconto di me, come testimonianza e speranza per tanti giovani.

Tutti noi da bambini abbiamo sogni, purtroppo i miei sono rimasti chiusi in un cassetto per molto tempo. Durante l’adolescenza mentre i miei coetanei studiavano, io, Vincenzo, a 14 anni ho iniziato a lavorare come garzone da un parrucchiere, a 16 anni come pressista in gomma, a 18 anni come operaio fino a 23 anni, quando ho avuto l’opportunità di aprire il cassetto e mettere in pratica un mio sogno: quello di conoscere cose nuove. A dire il vero la mia città mi stava stretta, così sono partito dalla Campania per la Liguria con un contratto di lavoro in qualità di agente di polizia privata (Vigile dell’ordine) e dopo ulteriori 8 anni è arrivato il tocco della bacchetta magica … l’assunzione all’ENEL, dopo altri 25 anni è giunto il fatidico giorno della pensione: 1° gennaio 2004.

Detta così può sembrare la storia di uno dei tanti film italiani, ma questa volta non ci sono né attori, né regista, né comparse e tanto meno lacrime o risate finte. Unici veri protagonisti sono l’orgoglio, il sacrificio e la speranza.

Questo è il film della mia vita e sarei pronto a riavvolgere la pellicola per ricominciare tutto da capo e magari rivederlo insieme ai giovani di oggi per farne custodi di speranza.

Vincenzo Punzo

Savona, 15 dicembre 2021

Martedì 21 dicembre 2021