Una partenza antropologica e la valorizzazione di tutte le attività umane
L’umanità dispone di fisica avanzata, chimica, genetica, robotica, ecc... Ma perché con tutte queste immense risorse intellettuali e materiali, esiste al mondo ancora tanta sofferenza?
di Antonio Rossello
L’umanità dispone di fisica avanzata, chimica, genetica, robotica, ecc... Ma perché con tutte queste immense risorse intellettuali e materiali, esiste al mondo ancora tanta sofferenza?
Presumo che la risposta sia scontata; tali risorse sono mal gestite. Da chi? Da governi, organizzazioni, … dai vari poteri forti? Questa cattiva gestione comprende la manipolazione delle masse (ad esempio, l’utilizzo del sistema scolastico per influenzare già nei bambini comportamenti e interessi verso ciò che viene ritenuto più vantaggioso…)?
Tuttavia, esiste un'ulteriore constatazione: la natura della cattiva gestione è di per sé condizionata dal fatto che gli individui che svolgono una funzione effettiva, nell’economia e nella società, possono assumere o meno scelte che si riflettono sulla loro vita; quindi, ognuno, è richiamato a valutare la propria personale responsabilità morale e etica, per garantire che la propria capacità attuativa non sia applicata solo in modo benefico, ma anche in modo che si minimizzi ogni possibile danno nei confronti del prossimo. In caso contrario, è lecito considerare l’obiezione di coscienza, la disubbidienza civile?
In quest’ottica, la partenza antropologica e la valorizzazione di tutte le attività umane è veicolo alla conoscenza del profondo di sé, là dove anche laicamente ognuno trova il mistero di sé stesso. Qui si innesta la visione escatologica del credente.
Le più probabili cause di estinzione per il genere umano sono rappresentate dai dispositivi nucleari (sia armi che centrali), dall’ingegneria genetica, da un uso indiscriminato della robotica (compresa l'intelligenza artificiale), dalle pandemie e dalle catastrofi ambientali. Risulta peraltro difficile stabilire un ordine preciso tra di esse, che addirittura possono diventare concause di una sorte per noi nefasta. Noi, la Terra e l’universo dovremmo avere lo stesso destino. Ma ciò non è automatico. Possiamo essere tanto stolti di distruggere le basi chimico-fisiche ed ecologiche che supportano la vita, anche la nostra.
Dunque, se la nostra società globale, la nostra specie, ha già più mezzi di quanti ne riesca a gestire adeguatamente …, di cosa abbiamo veramente bisogno? Bisogna sviluppare la capacità di ridurre al minimo la sofferenza. Fare questo dipenderà soltanto dalla solidale capacità di organizzare coerentemente le nostre risorse, inclusi il lavoro manuale e intellettuale e lo sviluppo economico, tecnologico e scientifico.
Veniamo al presente. La pandemia del coronavirus sta rigettando tutte le tesi del neo-liberismo e dello stesso capitalismo. Questo difendeva la competizione quando ora l’importante è la cooperazione e la solidarietà. Per fugare le ombre di quest’epoca e oscura, oggi non può mancare l’ottimismo della ragione, contemperato dalla coscienza di dovere mirare agli scopi necessari senza perdere di vista i valori dell’uomo.
Nella storia passata, dopo ogni devastante pandemia l’umanità ha compiuto un balzo in avanti nella conquista di civiltà e di progresso, così fu dopo la peste del XIV sec. con il Rinascimento, come pure dopo quella del XVIII sec. con l’Illuminismo e la Rivoluzione industriale.
E se all'epoca qualcosa non è stato debitamente considerato o realizzato, questa volta dobbiamo e possiamo fare meglio!
Mercoledì 17 marzo 2021