LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO
In tempo di Coronavirus, per incentivare lo spostamento autonomo a impatto ambientale zero e la mobilità sostenibile, il decreto legge Rilancio ha addirittura previsto diversi incentivi per l’acquisto di bici, e-bike (bici a pedalata assistita),...
di Vincenzo Punzo
LA BICICLETTA
Siamo appena usciti dalla quarantena e speriamo di uscire presto anche da questa pandemia causata dal Covid 19, con i suoi drammatici effetti che rimarranno nella mente e nella storia, come tutte le altre epidemie succedutesi nel mondo.
Il mondo, per i più fortunati, pur zoppicando, continua, con tenacia e spirito combattivo. Faccio mie le parole di S. Agostino che da ogni male bisogna salvare il bene, come accade nella vita, forse non ci accorgiamo di quanto siamo già cambiati, a volte per sdrammatizzare subentra anche un senso ironico.
Varie sono state le tipologie di quarantena; anche io vorrei condividere uno dei tanti giorni da segregato in casa. Sentivo la necessità di una bella pedalata in bicicletta, mi sono accontentato del circuito del mio giardino, portandomi però a riflettere proprio sulla storia della bicicletta che mi ha appassionato.
Il prototipo nasce nel 1870 con il nome di biciclo, aveva la ruota anteriore più grande e quella posteriore piccola, ed era un’esclusiva per le famiglie aristocratiche; da lì a poco però, nel 1885, l’evoluzione tecnica avrebbe portato alla creazione della bicicletta come la conosciamo noi oggi con due ruote di uguale diametro. Già nel 1896 in Italia circolavano 30 mila biciclette e nel 1916 un milione e 300 mila biciclette e per la sua utilità e bellezza non ha conosciuto rivali.
Ha scritto un anonimo che la bicicletta è l’unica catena che ti rende libero, infatti l’Italia è piena di percorsi ciclabili urbani ed extraurbani.
La ciclofobia, l’avversione alla bicicletta, è trasversale, Cesare Lombroso, padre dell’antropologia criminale e spirito laico abbinava biciclette e delinquenti, in parallelo la chiesa temeva che le due ruote potessero favorire una forma di neopaganesimo, tanto che nel 1894 il cardinale Giuseppe Sarto, futuro Papa Pio X, ne proibì l’uso ai sacerdoti anche se per molti di loro era comodissimo inforcare la bici per raggiungere i parrocchiani in campagna. La bici era troppo moderna in una società conservatrice, andare in bici era un gesto quasi sfrontato, ricorda un docente che una donna in bici si staccava dalla casa e dal focolaio, un uomo prendeva distanza dai luoghi dell’educazione tradizionale.
Per Antonio, il protagonista di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica le due ruote sono la vita, la speranza, il lavoro.
La bici rimane l’emblema del rispetto della natura e distributrice di vita, gioia e felicità.
Vincenzo Punzo
Savona, 29 giugno 2020
Martedì 11 agosto 2020