La polemica sorta a Genova per l'intitolazione a Luigi Ferraro del Porticciolo di nervi
Non è da un giorno che si è iniziato a sospettare che siano strumentali determinate logiche palesemente illogiche, con contraddizioni «spesso al limite della doppiezza». Alla fine è però prevalsa la linea della valutazione dei meriti
di Antonio Rossello
Un palombaro con lo scafandro. L'immersione ad alta profondità è la disciplina sportiva in cui si distinse Luigi Ferraro |
Una faccenda balzata all'evidenza delle cronache nazionali, che ha fatto riflettere sulla tanto discussa questione meritocratica che dovrebbe prevalere sempre, sennò non c'è giustizia.
Nei giorni passati l'Anpi aveva fatto un appello al sindaco di Genova, Marco Bucci, attraverso una petizione in rete, perché il porticciolo di Nervi non fosse intitolato a Luigi Ferraro. Un imprenditore, pioniere della subacquea, grande sportivo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, aveva militato nella Xª Flottiglia M A S, fino all’8 settembre 1943 con la Regia Marina venendo decorato con la medaglia d'oro al valor militare avendo affondato da solo tre navi nemiche, quindi con la Repubblica Sociale Italiana dopo l’armistizio. Tuttavia, egli non partecipò mai ad azioni contro italiani partigiani e civili, e dialogò con il Comitato di Liberazione Nazionale e la Brigata Stella, partigiani suoi nemici che pur lo rispettavano, e collaborarono per evitare la distruzione di importanti infrastrutture a Valdagno e degli Stabilimenti Marzotto dalla rappresaglia nazista in fuga.
Ma, lo scorso martedì 5 maggio, la proposta, presentata da 4 consiglieri, è stata approvata con 22 voti a favore da parte della maggioranza comunale. 17 i voti contrari da parte di Pd, Italia viva, M5s, Lista Crivello, Chiamami Genova, 1 rappresentante del Gruppo misto, mentre un esponente di FI si è astenuto.
Ha prevalso dunque la linea della valutazione dei meriti conseguiti da questo insigne personaggio nel dopoguerra: collaborazione con il marchio di attrezzature subacquee Cressi e poi fondò la Technisub, inventando svariate attrezzature per immersione ancora oggi utilizzate, creazione del corpo dei Vigili del Fuoco Subacquei, dei corsi per i Carabinieri e Guardia di Finanza Subacquei, della prima associazione sportiva subacquea italiana, avviamento della disciplina sportiva dell’apnea, fino ai record di Enzo Maiorca da lui seguito in quegli anni, istituzione dei primi Diving Center turistici organizzati, divulgazione delle attività subacquee a mezzo della rivista Mondo Subacquea.
La Giunta Bucci non ha dato, quindi, ascolto alla logica dell’Anpi, secondo la quale rivolgersi ad una figura come Ferraro, sicuramente un precursore della subacquea, con molti meriti sportivi, ma aderente alla Repubblica di Salò e, ancora prima, impegnato nella X Mas - scelte sempre orgogliosamente rivendicate -, fosse una scelta altamente divisiva. Ben poco vale, pertanto, l'operato in campo civile ed economico di quest'uomo a vantaggio della città di Genova. Basta un peccato giovanile per vanificarne la stima e la memoria, quasi si intravedesse un caso di vituperazione.
Pare che nell’Anpi però sussistano altre logiche, quali l’aver tributato in vita onori a Dario Fo. Fino all’estremo saluto al suo funerale di arte e di politica, nell’ ottobre 2016 a Milano, conclusosi con la canzone Bella Ciao. Un gesto sicuramente dovuto al grande uomo di spettacolo e cultura. Peccato che in gioventù il futuro Premio Nobel avesse dalla sua un ineccepibile trascorso repubblichino, quale volontario nelle unità della R.S.I., partecipando addirittura a rastrellamenti casa per casa in centri vicini al Lago di Como.
Vi sarebbero ulteriori casi da riportare, non qui citabili per limiti di spazio, relativi a quei non pochi che all'alba del 25 aprile, o addirittura dopo, con finalità non sempre adamantine, furono audaci nell'arte del salto della quaglia. Abili arrembatori del carro dei vincitori.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Si resta ancora ben lontani dalla giustizia morale del «O tutti o nessuno» e rimangono certamente aperte alcune spinose questioni.
Non è da un giorno che si è iniziato a sospettare che le logiche dell’Anpi siano palesemente illogiche, con contraddizioni «spesso al limite della doppiezza».
Siamo poi di fronte ad un Ente, finanziato dallo Stato, che, con una litania un pò stanca, si arrocca ancora oggi su vecchi schemi del passato. Sente l’urgenza di esserci ancora a tutti i costi, quasi reputandosi unico vero depositario di legittime rappresentanze, ma è veramente così? È storicamente provato che molti traguardi da esso vantati non furono ottenuti soltanto con il concorso di un’unica parte e, pertanto, non ne esiste un’eredità universale.
La realtà è che tra le sue fila, a fianco di ormai rari reduci, per i quali cotanta esigenza di visibilità sarebbe forse condonabile, si intravede gente spesso in buona fede che però anagraficamente ormai poco c’entra con i fatti commemorati. Quindi un’intransigente umanità variegata e indottrinata di vecchi slogan riadattati alla bisogna di mutate condizioni geopolitiche, fino al limite della mistificazione. Come pure, si assiepano personaggi ai quali sbandierare ideali serve per conservare rendite di posizione politiche.
La perfetta reiterazione del pregiudizio e dell’auto referenziarsi in politica. Il superamento di convinzioni radicate, per non parlare del superamento di dogmi non verificati, richiede uno sforzo del pensiero. Occorre liberarsi dai pregiudizi e dagli schemi che lo bloccano.
Giovedì 7 maggio 2020