Choc nel mondo dell'editoria e della politica. Vauro annuncia la morte di un amico

Addio a Giulietto Chiesa e ai suoi racconti

Se ne va un Gladiatore del giornalismo

Aveva 79 anni, viveva in Italia e si è occupato tutta la vita di geopolitica attraverso la sua corrispondenza dall'Unione Sovietica e dalla Russia. Di recente aveva fondato una webtv, Pandora, voce controcorrente

di Manuel De Pascalis

Giulietto Chiesa
Giulietto Chiesa

ROMA - «Non riesco ancora a salutarlo. Ricordo i suoi occhi lucidi di lacrime, a Kabul, davanti ad un bambino ferito dallo scoppio di una mina. È morto un uomo ancora capace di piangere per l’orrore della guerra. I suoi occhi sono un po anche i miei». Sono le parole del vignettista satirico Vauro Senesi, che questa mattina su Twitter ha dato l'annuncio della morte del giornalista e saggista Giulietto Chiesa. Nato ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria, Chiesa aveva 79 anni. Ne avrebbe compiuti 80 il prossimo 4 settembre. Giornalista professionista, è stato corrispondente da Mosca, dapprima per l'Unità (che l'aveva inviato in Unione Sovietica a seguire le Olimpiadi 1980 al posto del corrispondente Carlo Benedetti, di cui prese il posto fino al 1990) e poi per la Stampa, come corrispondente e poi editorialista, ma ha fatto anche tanta televisione, ancora da corrispondente per il Tg5, il Tg1 e il Tg3. Non era laureato, aveva conseguito la maturità classica, ma è stato un profondo conosciutore di geopolitica, che negli ultimi anni aveva curato attraverso la fondazione di una webtv e un canale Youtube, Pandora Tv. Innumerevoli interviste sono presenti sul web, dal momento che Giulietto fu una delle poche voci autorevoli in grado di descrivere i paradossi del nostro tempo. Voce spesso controcorrente, è frequente il suo riferimento a quello che lui definiva il mainstream, cioè l'omologazione dell'informazione italiana, in particolare delle tv nazionali, e più in generale degli organi di stampa, alle notizie. Giulietto ha spesso descritto l'Italia come un Paese filoamericano, contestandone la condotta politica e la cecità dei nostri politici di fronte alle grandi sfide internazionali, a cui le classi dirigenti italiane degli ultimi anni non sarebbero in grado di competere.

Chiesa con l'ex presidente dell'Unione Sovietica, Michail Gorbaciov
Chiesa con l'ex presidente dell'Unione Sovietica, Michail Gorbaciov

Chiesa da giovane aveva studiato a Genova ed era stato dirigente nazionale della Federazione giovanile comunista Italiana (FGCI), e poi capogruppo del Partito Comunista Italiano all’interno del Consiglio Provinciale di Genova, dal 1975 al 1979. Poche volte ospite nelle trasmissioni televisive, le risposte alle domande dei giornalisti non erano per nulla scontate. Nel suo soggiorno a Mosca si era trasferito assieme alla compagna Fiammetta Cucurnia, inviata di Repubblica. L'agenzia sovietica «Tass», per la sua sfrontatezza, ne aveva chiesto la rimozione, poi rifiutata da Enrico Berlinguer. Conosceva bene la lingua russa, e negli anni di carriera aveva stretto amicizie illustri, fra cui quella con l'autore della perestrojka, Michail Gorbačëv (fu promotore della sua visita a Genova nel 1995), lo storico e politologo russo, Roj Medvedev, e il dissidente riabilitato Lev Karpinskij. Dopo aver attraversato la caduta dell'Unione Sovietica agli inizi degli anni '90, Chiesa rimase a raccontare la Russia moderna fino al 2000, scrivendo come notista per Il Manifesto. Redattore anche per la rivista di geopolitica Limes e per vari giornali russi, da Literaturnaja Gazeta a Itogi, deteneva, in Italia i diritti di utilizzo delle immagini prodotte dalla televisione russa, Russia Today e della sussidiaria Ruptly. La sua carriera giornalistica l'ha portato fino a diventare eurodeputato. Nel 2003 fu eletto nel Parlamento europeo con la lista Di Pietro-Occhetto-Civile, poi nel gruppo Pse da indipendente. Fece parte del Pci fino al 1991, del Pds fino al 1998, dei Ds fino al 2003, e dell'Italia dei Valori fino al 2006. Per la sua attività giornalistica vinse nel 2002 il Premio Nazionale Cultura della Pace.

Oggi il Tg1 delle 13.30 nel dare la notizia della sua morte, si è limitato a una semplice nota, non ha neppure sottolineato il fatto che fosse stato un loro collaboratore. A cosa sia dovuto non è dato saperlo, ma certamente la sua attività divulgativa negli ultimi anni l'ha dipinto come un complottista, in quanto sempre critico dell'operato del governo, e del ruolo dell'Italia nella Nato. Si è occupato anche di scie chimiche, dell'11 settembre 2001, quello che definiva un "autoattentato" e dei terremoti artificiali. Argomenti delicati che non trovano spazio sulla tv spazzatura, ma che hanno un grosso seguito sul web, come dimostrano i suoi video su Youtube. Definirlo filorusso è davvero ingeneroso, preferiamo sottolinearne la sua italianità, il suo essere Italiano, per la sua mente brillante, vanto del nostro Paese. Da blogger aveva trovato la continuità per esprimersi e per raccontare liberamente le relazioni, gli intrighi, i retroscena della politica. Giulietto Chiesa ci ha insegnato a domandarci il perché i politici fanno certe cose, o certi accadimenti siano accaduti. A ogni azione del governo bisogna chiedersi dove vogliano andare a parare, perché la spiegazione delle azioni della politica è da leggere fra le righe, per capire cosa c'è veramente dietro a scelte apparentemente normali, ma che in molti casi non sono volte a perseguire l'interesse dei cittadini. Chiesa, coi suo saggi sulla Russia, come l'ultimo «Putinfobia» (Casale Monferrato, Piemme, 2016), non ha solo raccontato le vicissitudini di un uomo potente come Vladimir Putin, ma ci ha fatto capire che gli equilibri politici a cui siamo abituati, le alleanze a occidente, e il nostro ruolo in Europa devono essere rimessi in discussione per evitare che l'Italia (se già non lo è) diventi una colonia americana e perda (se già non lo abbia fatto) il suo primato nel mondo.

Domenica 26 aprile 2020