Testo ed immagini di IGOR Belansky
La sperimentazione è già partita con alcune centinaia di persone. Resta però da definire dove e chi gestirà concretamente i dati sensibili
di Igor Belansky
Grandi enigmi all'orizzonte l'arrivato della pandemia. Il nesso si avvinghia sulla partenza della fase 2, per la quale, in Italia e altrove, vengono proposti controlli digitali che potrebbero contribuire a fermare con tempestività l’insorgenza di nuovi focolai di contagio. Che fare? L’app che il governo guidato da Giuseppe Conte vorrebbe scaricassimo sul nostro cellulare si chiama Immuni ed è stata realizzata dalla società Bending Spoons. Miracolosa innnovazione? La sperimentazione è già partita con alcune centinaia di persone. Resta però da definire dove e chi gestirà concretamente i dati raccolti. Soprattutto, le criticità riguardano come verranno trattati e, poi, distrutti. Non è questione da poco, perché Immuni registrerà ogni movimento e contatto personale del titolare dello smartphone: una quantità e qualità di informazioni sensibili rispetto alle quali fanno sorridere i timori sollevati a suo tempo da Cambridge Analytica, dalla NSA e da tante altre modalità di uso illegale dei dati dei cittadini. Falso o vero? Chi non ha nulla da temere e chi invece si? Potrebbe essere anche un mezzo per tracciare chi ha consuetudine di comportamenti criminali e criminogeni. Se una persona non fa nulla di male avrebbe in tal senso da temere qualcosa?
Domenica 26 aprile 2020