nel nostro paese
Sono i 30/40 enni esclusi dai processi decisionali, emarginati dal dibattito e ingabbiati da una questione generazionale che è reddituale, culturale, politica
di Francesca Camponero
Prima Bologna, poi Modena, poi tutte le piazze delle città italiane vengono riempite a tappo dalle sardine. Ma chi sono queste sardine?
Le sardine sono un movimento populista, proprio così. Cercano di impostare un “meccanismo” con cui un gruppo marginalizzato, escluso dai processi sociali e politici, tenta di “riprendere il controllo”. Sono i 30/40 enni esclusi dai processi decisionali, emarginati dal dibattito e ingabbiati da una questione generazionale che è reddituale, culturale, politica. Un popolo che il movimento dice di rappresentare. Semplificando i concetti, le sardine scelgono chiaramente un nemico, prima ancora che un obiettivo.
Ma queste sardine non hanno una chiara definizione ideologica e programmatica il che, ai giorni d' oggi, le accomuna alla stragrande maggioranza dei partiti politici italiani. Ma si sa la gente ha bisogno di qualcosa di nuovo e per questo il movimento riscuote successo mobilitando migliaia di persone intorno a un’idea semplice, che si schiera contro l’odio, la paura e quindi contro Salvini che rappresenta tutto ciò.
Vogliono essere una comunità “alternativa” a quella creata e promossa dal leader leghista. E su questo non c’è nulla da dire. Sono contro quello che Salvini rappresenta, contro ciò che Salvini vorrebbe imporre, contro ciò che Salvini ha costruito. Proclamano che esiste un’altra Italia, un’altra comunità possibile, un’altra strada percorribile, a partire dalle relazioni umane, dal contatto, dall’incontro, dai ponti tra le varie esperienze.
All’interno del movimento ritroviamo tutta quella sinistra delusa dal Partito democratico che non riesce a decollare malgrado i tentativi appena abbozzati da Nicola Zingaretti di ridar vigore ad un partito oramai alla deriva, reduce da due scissioni e varie frammentazioni in correnti più o meno rilevanti, che non sembra farcela ad elaborare una nuova piattaforma in grado di tenere insieme spinte e suggestioni della cosiddetta società civile.
I creatori del movimento delle sardine sono Mattia Santori, laureato in Economia e Diritto ricercatore energetico in chiave ecosostenibile, coadiuvato da Roberto Morotti, ingegnere appassionato di riciclo della plastica, Giulia Trappoloni, fisioterapista di Sansepolcro, e Andrea Garreffa, laureato in Scienze della Comunicazione e guida turistica. Quattro amici ed ex coinquilini appena trentenni. Insomma, un gruppo che va a braccetto con le ideologie di Greta Thunberg.
In questo modo, la soggettività politica torna ad avere apparenze “rivoluzionarie”, assumendo toni profetici (e generalmente catastrofici) e invocando una palingenesi sociale, politica, economica e – naturalmente – morale. Se “salvare il pianeta” rappresenta la più potente ideologia della contemporaneità, tuttavia, anche la dimensione del “rinnovamento morale” contiene un potente elemento di attrazione del consenso. Il recente caso italiano delle “sardine” si inserisce pienamente in questo filone.
Dureranno a lungo? Chi lo sa...in un'Italia come questa tutto è possibile anche che diventino il movimento che prenderà il posto dei 5 Stelle in Parlamento.
Lunedì 16 dicembre 2019