cattolici in politica
Contro la divisione politica, e non solo politica, dei cattolici
di Mario Adinolfi
Il cardinale Bassetti nell’intervista che apre il numero di Repubblica del 9 giugno dice che “non divideranno i cattolici dal Papa” e Dio sa se noi del PdF non ci siamo impegnati, nel nostro piccolo, a impedire che fosse inferta alla Chiesa questa ferita. La Cei sembra non volere capire l’ovvio: poiché quella divisione arriva dal fronte politico, la risposta non può che avvenire sul fronte politico. In realtà la Cei lo capisce benissimo: il problema è che la Cei è unita (più o meno) nell’analisi, divisissima sulla soluzione. Il mio consiglio ai vescovi italiani è di dedicarsi seriamente a questo tema, di convocare tutti i soggetti interessati al tema, di tentare se non una “reductio ad unum” almeno la costruzione di un luogo dove i soggetti si parlino. La promozione di un tavolo comune sarebbe solo un primo passo, ma lo considero un passo assolutamente necessario, altrimenti si continuerà a pestare acqua nel mortaio, a pronunciare parole vuote, ancora più vuote se affidate ai titoloni di Repubblica. Non potendo essere direttamente la Cei a convocare soggetti di natura svariata, suggerisco di utilizzare Avvenire come paravento per evitare l’accusa di implicazione diretta dei prelati. Già una iniziativa-convegno dedicata alla soggettività politica dei cattolici nell’Italia in trasformazione che avesse per protagonisti realtà associative pre-politiche (Forum associazioni familiari, Azione Cattolica, Associazione famiglie numerose, Comitato difendiamo i nostri figli, ProVita e Famiglia, Sentinelle in Piedi) realtà più immediatamente politiche (Popolo della Famiglia, spezzoni vari che si contendono il simbolo dello scudocrociato come Udc e nuova Dc, Popolari per l’Italia, Alternativa Popolare), forze sindacali (Cisl, Acli, Mcl) della cooperazione (confcooperative) e dell’impresa (Ucid), movimenti ecclesiali (Sant’Egidio, Giovanni XXIII, CL, Opus Dei, Cammino, Rinnovamento), sarebbe una bomba atomica sul sistema politico. O la Cei riesce a fare almeno questo primo passo o altrimenti la ferita del distacco evidenziato da Bassetti oggi a Repubblica sarà destinata non solo a diventare purulenta, ma porterà pesanti conseguenze che dal piano politico si travaseranno sul piano ecclesiale. Ora bisogna battere un colpo: gridare al lupo, al lupo e non indicare mai una soluzione per limitare l’azione del lupo non basta più. Non penso che Salvini sia Mussolini né che Zingaretti sia un emissario dell’Unione sovietica, ma penso che ora serva proprio l’azione di un don Sturzo che organizzi la terza via. Almeno cominciamo a parlarne tutti insieme. Per inciso, l’unità politica dei soggetti che ho elencato vale almeno tre milioni di voti. Non riesco davvero a capire perché sarebbe sbagliato lavorare a un progetto che a questa unità tenda. Prima o poi la Cei ce lo dovrà spiegare. Il Popolo della Famiglia, come abbiamo detto dal giorno dopo le elezioni, è a disposizione con i suoi 114.531 voti. Il primo mattoncino.
Martedì 11 giugno 2019