Ok, ammetto di avere un debole per Celentano, però questa cosa non mi pare bella in generale, per tutti. L’audience? Il business? “Il diavolo, probabilmente”. Rimandato a settembre, ripartirà con slancio, a Dio piacendo. In ogni caso è già un successo, comunque sia. In Adrian si punta il dito contro certo marciume dello star system, della politica, dei mass media, financo di certo clero cattolico, colluso col male a fin di bene. Si dice senza mezzi termini che le ragazze non dovrebbero andare in giro mezze ubriache, ma anche che non si può mai dire che una donna stuprata se la sia cercata. Viene esaltata la bellezza, l’arte, il senso religioso, l’amore fedele tra un uomo e una donna. Si punta il dito contro la spietatezza di un sistema economico corrotto, che distrugge la dignità della persona umana fatta per la relazione, la bellezza della relazione, la bellezza e la relazione. E la bellezza è nelle parole di un gobbo che ci ammonisce che stiamo sovvertendo le leggi del Creatore e che il Padre ha mandato suo Figlio nel mondo e noi lo abbiamo messo in croce, e la storia si ripete. La bellezza con la gioia è nell’arte religiosa e nei poveri emarginati del “mondo di sotto”, nella Madonnina di Milano e nelle vecchine dal cuore bambino. Davvero ha ragione Claudia Mori, c’è tanto testardo candore nello show del suo bel Molleggiato. Meno, molto meno, in quello che rimane della tv dopo che se n’è andato. Eppure quell’arca di Noè, segno biblico di salvezza, piazzata come sfondo fisso al pre-cartoon, rimane come monito, perché “come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti” (Lc 17, 26-27). E qua non va più di moda nemmeno prendere moglie e prendere marito! Intanto Celentano ha “scientemente boicottato Mediaset”: chissà, forse questa frase, detta nel confessionale di frate Frassica – ma tutti l’han sentita – ha fatto calare lo share.