intervista a mirko de carli

Mirko De Carli, famiglia & impresa

Abbiamo intervistato per voi Mirko De Carli, coordinatore per il nord d'Italia del Popolo della Famiglia

di Gianluca Valpondi

Mirko De Carli, coordinatore del Popolo della Famiglia per il nord-Italia
Mirko De Carli, coordinatore del Popolo della Famiglia per il nord-Italia

Ciao Mirko, mi permetto di darti del tu non solo perché sei più giovane di me (e io non sono ancora negli “anta”!), ma anche e soprattutto perché siamo amici. Mirko, cos’è il Popolo della Famiglia?

Il Popolo della Famiglia è un Movimento politico nato il 16 marzo del 2016 dopo i due grandi Family Day, rispettivamente del giugno 2015 e gennaio 2016.

È la risposta politica del Family Day tesa a rappresentare quel popolo di circa tre milioni di persone che sono scese in piazza per chiedere alla politica leggi a favore della vita, della famiglia e della persona e non ”leggi vergogna” come quelle che abbiamo viste essere protagoniste nella scorsa legislatura, come unioni civili, testamento biologico e via discorrendo.

Il Movimento ha l'ambizione di andare a rappresentare questo vasto popolo che trae le sue radici dentro una matrice cristiana e porta dentro di sé la tutela della persona dal suo concepimento fino a morte naturale e il sostegno della persona nella sua dimensione lavorativa, di vita sociale come famiglia, nelle sue priorità per l'impegno politico in Italia e in Europa.

Come nasce il tuo impegno in politica?

Il mio impegno in politica nasce a 14 anni, ormai sono a 20 anni di politica attiva.

Sono un giovane politico ma dalla veterana esperienza nelle file della sinistra italiana, dell'allora Partito democratico.

Ho avuto il piacere di cominciare l'attività politica formandomi nelle storiche sezioni di partito e nelle storiche scuole di partito.

Il cammino è proseguito poi con la conversione, o meglio dire la Ri-conversione a Cristo avvenuta a 18 anni grazie alla ragazza di allora, incontrando persone come Mario Mauro, Roberto Formigoni, con i quali ho attraversato diversi anni di impegno politico in Italia e in Europa, in particolar modo all'interno del Ppe che mi ha visto nella fase conclusiva di questo mio impegno come delegato italiano al Congresso del Ppe e soprattutto, anche per la realizzazione in Italia della costola italiana del Partito Popolare Europeo collaborando attivamente con l'ex ministro della difesa e vice presidente del Parlamento Europeo Mario Mauro.

Dopo la lunga cavalcata di impegno in giro per l'Italia con il “Voglio la mamma tour”di Mario Adinolfi e la creazione de “La Croce Quotidiano” abbiamo assistito ai due grandi Family Day che hanno portato poi Mario Adinolfi, Nicola Di Matteo, Gianfranco Amato, il sottoscritto e tanti altri a dar vita al Movimento politico del Popolo della Famiglia che ora mi vede in giro per l'Italia con quasi 330 tappe a raccontare, anche attraverso il mio primo libro scritto insieme a Massimiliano Fiorin, giornalista e avvocato, le ragioni del Popolo della Famiglia per l'Italia e per l'Europa visto che saremo presenti anche alle prossime elezioni europee.

Come vedi l’Europa?

L'Europa la vedo molto malata e molto sofferente, dominata dalla logica della finanza dove la politica assume un ruolo di secondo/terz’ordine.

Un'Europa che non è più in grado di ispirarsi alle sue origini, l’idea dei padri fondatori, ovvero quella di un'Europa dei popoli capace di rappresentare realmente le istanze dei territori e di realizzare una compiuta Sovranità europea.

Purtroppo oggi le spinte populiste e sovraniste sono la risposta ad un'Europa burocrate, ad un Europa tesa a produrre in economia una logica di austerità che favorisce gli Stati del Nord Europa e non certo le economie del mezzogiorno d'Europa, a creare divario tra Nord e Sud Europa e ad avere l'euro che oltre ad essere una moneta che serve i popoli li governa anche attraverso quello che, intelligentemente ha definito Savona ”un nazismo” europeo.

L'Europa dovrà ritornare ad essere quella grande aspirazione che anche i padri fondatori ebbero, tesa a realizzare un contenitore che sia sempre più simile agli Stati Uniti d'Europa e che compia dentro al processo europeo una reale dimensione di sovranità europea dei popoli, con maggiore democrazia, con un ruolo centrale del Parlamento Europeo e con eleggibilità da parte dei cittadini europei di quelli che sono gli Organi principali, ivi compresa la Commissione Europea.

E l’Italia?

L'Italia come l'Europa attraversa un momento difficile, una recessione e una stagnazione economica che perdura da quasi 15 anni.

La difficoltà è nell'incapacità di una lettura della realtà economica e sociale del Paese che porti a fare misure di Governo che incentivino la natalità, la nascita di nuove famiglie, di imprese a conduzione familiare che sono la vera architrave su cui si regge tutto il sistema delle piccole e medie imprese italiane che sono oltre il 94% del tessuto economico nazionale.

Purtroppo questa grave crisi che stiamo attraversando sta portando ad avere nel Paese lati economici sempre peggiori, una crescita che non dà segnali di ripresa in quanto, mentre l'America cresce quasi al 4%, l'Italia viaggia sempre su percentuali intorno sempre sotto all'1%.

Oltretutto non si ha una bilancia demografica positiva e quindi non si intravedono prospettive di futuro positivo per il nostro Paese.

Abbiamo un Governo che invece di preoccuparsi di favorire la crescita di nuove imprese, di favorire nuova occupazione, dà sussidi di assistenzialismo pubblico con il reddito e la pensione di cittadinanza e mette in gravi condizioni di sostenibilità il sistema pensionistico modificando la Legge Fornero e pre-pensionando decine di migliaia di italiani senza creare reali posti di lavoro attraverso un certo e garantito turnover.

Un’Italia in difficoltà che ci auguriamo attraverso la Proposta di Legge di iniziativa popolare del Popolo della Famiglia con l'introduzione del Reddito di maternità possa trovare nell'azione di questo piccolo Movimento che punta sul ruolo sociale della mamma, su nuovi nati e su nuove famiglie e sulla rinascita delle imprese a conduzione familiare, il vero made in italy cioè il “fatto in famiglia”, uno slancio per il futuro.

Cosa significa per te fare impresa?

Per me significa prendersi a cuore il destino della propria famiglia e creare attraverso le proprie passioni, i propri talenti e le proprie vocazioni un prodotto o un servizio che sia capace di soddisfare i bisogni della collettività.

Ero a Seriate, in provincia di Bergamo in cui un dirigente del Popolo della Famiglia mi racconta la storia della sua impresa nata dall'intelletto e dalla genialità ed insieme a sua moglie hanno iniziato a produrre prodotti di arredamento per case, hotel, etc e questa idea “fatta in casa” è diventata un'azienda che assume 17 dipendenti e sono diventati uno dei maggiori fornitori di questa tipologia di prodotti per aziende internazionali del made in italy italiano.

Questi sono esempi pratici di come una vocazione matrimoniale aperta al mondo possa diventare imprenditoriale, generare un bene per le famiglie e rispondere ai bisogni reali presenti nel Paese.

Hai scritto con Massimiliano Fiorin un libro-intervista dal titolo curioso,“Le radici verso l’alto”, che sembra un controsenso. Ci spieghi l’arcano?

L'arcano del libro scritto insieme a Massimiliano Fiorin sta nel fatto che se le “radici” non aspirano a un'eternità tendono poi a distruggersi, a morire. Pensate alla vita di un uomo, se un uomo quando mette le mani in pasta nella realtà con un lavoro, con una passione, con una famiglia che fa nascere e non aspira all'eternità di quella creatura che contribuisce a portare al mondo quale tipo di vita può avere?

Se non esiste la parola “Speranza” nel vocabolario della vita di una persona, ma quale vita può esserci?

Ecco, le radici che permettono alla pianta, quindi all'uomo, di rimanere in piedi e stare a schiena dritta, di reggere i contraccolpi e gli urti della vita, spesso violenti e forti.

Se non hanno, come meta, quella di portare la pianta con le sue foglie verso il cielo, quale scopo altro hanno se non questo?

Come afferma in un celebre passaggio in uno dei suoi tanti film Rocky Balboa, non è importante come colpisci ma è importante come incassi e come resisti ai colpi e quando sei a terra ti rialzi, questo è un vincente.

Questo è un passaggio fondamentale e solo se hai radici ben “piantate” puoi rimanere in piedi, puoi vincere e aspirare al futuro che è ”l'alto”.

Sabato 10 novembre 2018