hanno cognome simile: 5 lettere su 7 uguali
L’esame dei villi coriali (sulla placenta) che serve a identificare eventuali anomalie del feto rivela un’incompatibilità genetica con i genitori
di Silvia Tozzi
IL PRELIEVO | Il 4 dicembre cinque donne con diagnosi di infertilità erano al Pertini per essere sottoposte al prelievo (pick up ) di ovociti che vengono subito fecondati in provetta con gli spermatozoi dei rispettivi mariti. Ovociti e spermatozoi vengono messi in piastre di coltura contrassegnate ciascuna dal cognome della coppia proprietaria. Le piastre in realtà sono scatolette di plastica trasparente, alte pochi millimetri, al cui interno si trovano dei piccoli avvallamenti dove si sviluppano (almeno è questa la speranza) gli embrioni. Il nome delle coppie sulle piastre (di stesso colore) è scritto col pennarello indelebile, non impermeabile.
LO SCAMBIO | Il 6 dicembre le cinque donne sono in ospedale per il trasferimento degli embrioni. Le prime due, in orario rispettivamente alle 10.30 e 10.45, hanno cognome simile: 5 lettere su 7 uguali. Un biologo la scambia.
UNA SOLA GRAVIDANZA | Un mese dopo la prima donna scopre di essere incinta; la seconda no. Undici settimane dopo l’avvio della gravidanza la futura mamma si reca in un centro pubblico, l’ospedale Sant’Anna, per l’esame dei villi coriali (sulla placenta) che serve a identificare eventuali anomalie del feto. I biologi si accorgono che il feto mostra un’incompatibilità genetica con i genitori, confermata anche dal confronto con i singoli Dna, sull’uomo e sulla donna.
I GEMELLI | I gemelli, i risultati sono di ieri, non appartengono a quella coppia, come aveva già indicato il referto del Sant’Anna. Si passa alle analisi sulle altre coppie e si scopre chi sono i genitori biologici dei bambini.
Venerdì 18 aprile 2014