composta da rappresentanti di Regioni e comuni (capoluogo)
«Voglio essere l’ultimo presidente del Consiglio ad avere ricevuto il voto di fiducia dall’aula di Palazzo Madama», ha detto Renzi
di Silvia Tozzi
ROMA | Nonostante le esternazioni di Pietro Grasso, il consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge costituzionale per la riforma del Senato, l'abolizione delle province e del Cnel.
SENATO | Il Senato diverrà una camera non elettiva composta da rappresentanti di Regioni e comuni (capoluogo). Cambierà persino nome e diverrà Senato delle autonomie. I senatori saranno 148, compresi i 21 tra senatori a vita e personalità nominate dal capo dello Stato. «Il numero di rappresentanti del Senato sarà uguale per ogni Regione - ha sottolineato il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi - Ma c’è disponibilità a discuterne, purché si mantenga il dimezzamento del numero dei membri».
RENZI | Ha commentato Matteo Renzi: «Voglio essere l’ultimo presidente del Consiglio ad avere ricevuto il voto di fiducia dall’aula di Palazzo Madama». Infatti, dopo la riforma, la fiducia sarà chiesta solo alla Camera, il bilancio sarà a sua volta prerogativa di Montecitorio, i senatori non saranno eletti, ma nominati (un'oligarchia) e non avranno indennità (quindi dovranno potersi permettere di stare a Roma).
LA COSTITUZIONE | Sarà necessaria la revisione del Titolo V della Costituzione, con il riordino della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni. Renzi ha detto di auspicare che almeno in prima lettura il ddl possa essere approvato prima delle elezioni europee del 25 maggio.
Martedì 1 aprile 2014