sono stati ospitati da una parrocchia del centro e hanno paura ad andare in giro
Ci sono alcuni iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di tentato omicidio. Si tratta di giovani italiani, uno con un precedente per ricettazione che nel profilo Facebook sventola la bandiera della Sampdoria
di Silvia Tozzi
GENOVA | Si è vicini a trovare i responsabili dell'aggressione a due coppie di clochar, tutti slovacchi di Rimavská Sobota, avvenuta a fine gennaio sotto i portici di piazza Piccapietra, nel centro di Genova, grazie ai filmati delle videocamere di sicurezza. Ci sono alcuni iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di tentato omicidio. Si tratta di giovani italiani, uno con un precedente per ricettazione che nel profilo Facebook sventola la bandiera della Sampdoria. Si attendono i risultati del Dna su un passamontagna trovato vicino al luogo del pestaggio.
LA TESTIMONIANZA | Bobak Yan, 30 anni, uno degli aggrediti, racconta: «Stavo dormendo con mia moglie Alice. Verso le quattro del mattino ho sentito dei colpi molto forti sulla tenda che si è rotta. Hanno iniziato a picchiarci con i bastoni e io ho cercato di riparare Alice ma le ha prese anche lei. Quando mi sono alzato erano già scappati. Alice era tutta viola, poverina. Guardo i filmati ma non riconosco nessuno. So solo che io ero lì sotto con Alice e che fuori fra gli scatoloni c’erano mio cognato e sua moglie» (Jonas Koloman e Susanna, 50enni, che vivono facendo i mimi). Gli aggressori: «Non hanno detto una parola, picchiavano e basta»
GLI SLOVACCHI | Nel frattempo i quattro slovacchi sono stati ospitati da una parrocchia del centro e hanno paura ad andare in giro. «Non so chi siano e non so perché l’abbiano fatto Io non ricordo problemi: eravamo in buoni rapporti anche con quelli dei negozi. Loro salutavano noi e noi salutavamo loro. Sono italiani? Non mi viene in mente nessuno».
Domenica 16 febbraio 2014