La sede del governo cantonale a Sarajevo è stata distrutta dalle fiamme

In Bosnia divampa la protesta dei disoccupati

Incidenti a Sarajevo e a Tuzla

Le dimostrazioni antigovernative, incentrate sulla disoccupazione e la corruzione, sono cominciate nella città di Tuzla – area industriale dove quattro grandi aziende sono state chiuse dopo essere state privatizzate e aver dichiarato bancarotta

di Silvia Tozzi

Incidenti a Tuzla
Incidenti a Tuzla
SARAJEVO | In Bosnia sono in corso proteste contro la corruzione e l’inefficienza della classe politica, considerata responsabile dello stallo e dell’immobilismo che ritardano le riforme e il cammino verso l’Europa.

GLI SCONTRI | Il bilancio degli scontri è di centinaia di feriti, oltre 200 solo a Sarajevo, oltre la metà poliziotti, una quindicina dei quali in gravi condizioni. La polizia ha arrestato alcuni responsabili dei disordini, compreso un leader sindacalista a Mostrar. Tra i dimostranti, si sono infiltrati gruppi di hooligan del tifo calcistico più violento. La sede del governo cantonale a Sarajevo è stata completamente distrutta dalle fiamme all’interno.

TUZLA | Le dimostrazioni antigovernative, incentrate sulla disoccupazione e la corruzione, sono cominciate nella città di Tuzla – area industriale dove quattro grandi aziende sono state chiuse dopo essere state privatizzate e aver dichiarato bancarotta - e si sono diffuse nel Paese. Dopo essere iniziate pacificamente, mercoledì e giovedì le proteste a Tuzla si sono trasformate in scontri piuttosto violenti. In città, la folla ha assalito il palazzo governativo locale, gettando dalle finestre mobili, schedari e fogli, e poi ha incendiato il palazzo. Anche il palazzo della presidenza bosniaca è stato dato alle fiamme.

IL MINISTRO | Nermin Niksic, primo ministro della Federazione di Bosnia-Erzegovina ha commentato le proteste dei giorni scorsi dicendo: «Mettiamo da una parte i lavoratori, lasciati senza i loro diritti basici come le pensioni e i benefici legati alla sanità, e dall’altra parte i teppisti, che usano questa situazione per creare caos». Niksic ha tenuto giovedì una riunione di emergenza con i responsabili della sicurezza regionale, decidendo, tra le altre cose, la chiusura delle scuole per la giornata di venerdì e il rilascio di 27 persone precedentemente arrestate.

Domenica 9 febbraio 2014