il ministro non è coinvolta nelle indagini relative truffa aggravata e peculato

Ha parlato in modo volgare, chiesta la testa

del ministro Nunzia De Girolamo

«Ho sbagliato nell’usare espressioni poco eleganti, anche se le ho usate in casa mia e sono state registrate abusivamente e illegalmente da un personaggio che è uno dei protagonisti di quest’inchiesta su truffe alla Asl»

di Silvia Tozzi

Nunzia De Girolamo
Nunzia De Girolamo

ROMA | Mentre procede, negli uffici della procura di Benevento, l’inchiesta sui pagamenti della Asl di Benevento che ha visto l’arresto, il 27 dicembre, di quattro imprenditori con l’accusa di aver ottenuto pagamenti irregolari dalla struttura sanitaria, per almeno 700mila euro, il ministro Nunzia De Girolamo è nell'occhio del ciclone.

IL MINISTRO | «Sono più che disponibile a chiarire al più presto in Parlamento gli aspetti di questa sconcertante vicenda che mi vede sottoposta a un linciaggio mediatico senza precedenti pur non essendo io coinvolta nell’indagine», ha detto il ministro dell’agricoltura. «Ribadisco di essere vittima di registrazioni abusive in casa mia da parte di chi è stato sottoposto a misura cautelare dalla magistratura per presunti reati commessi nell’Asl di Benevento e di testimonianze raccolte dai giornali da parte di personaggi già noti alle forze dell’ordine e ai giudici. Constato con amarezza che la scala dei valori viene sovvertita e chi è accusato di aver violato la legge viene ritenuto più credibile di chi invece la legge l’ha rispettata. Con la fermezza e la determinazione di chi è più che sicura di non aver commesso nulla di irregolare e di illecito - a meno che le parole in libertà pronunciate nella propria abitazione lo siano - sono pronta a fornire ai colleghi parlamentari tutte le informazioni reali rispetto alle ricostruzioni distorte apparse in queste ore di accanimento, ribadendo totale e incondizionata fiducia negli accertamenti compiuti da parte chi ha, per Costituzione, il compito di farlo e cioè la magistratura. Il mio mandato ministeriale è, sin dal primo giorno del mio insediamento, nelle mani del Presidente del Consiglio, ma sono pronta a difendere con tutte le forze che ho in corpo la mia dignità e la mia onestà».

LE PAROLE | Nei fascicoli dell’inchiesta sono finite le registrazioni abusive che Felice Pisapia, ex direttore amministrativo della Asl e destinatario di un provvedimento di obbligo di dimora, fece di un incontro privato del luglio 2012 al quale era presente anche il ministro De Girolamo (all’epoca deputato e coordinatore provinciale del Pdl), che non è indagata dalla procura. Ma le polemiche entro cui è il ministro non riguardano ciò che ha fatto, ma le parole usate, un po' volgari. «Ho sbagliato nell’usare espressioni poco eleganti, anche se le ho usate in casa mia e sono state registrate abusivamente e illegalmente da un personaggio che è uno dei protagonisti di quest’inchiesta su truffe alla Asl». (In particolare: un «mandagli i controlli e vaffa...» riferito all’ospedale Fatebenefratelli di Benevento, il cui bar è gestito da anni da una società amministrata dal marito della zia del ministro).

IL GIP | Secondo il gip Flavio Cusani, in Asl vigeva un «direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl». Da alcune testimonianze emergerebbero favoritismi verso ditte amiche e pagamenti ritardati a svantaggio di altre. Sul piano penale, le accuse sono di truffa aggravata e peculato, con l’arresto di quattro imprenditori, l’obbligo di dimora per l’ex direttore amministrativo della Asl Pisapia e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Federico Russo, dirigente dell’Unità Farmaceutica della Asl.

I POLITICI | Per il senatore Felice Casson, «su De Girolamo il mio giudizio è negativo, ha avuto un comportamento inappropriato».

Domenica 12 gennaio 2014