Lo scandalo coinvolge anche Piero Marrazzo, ex presidente della Regione Lazio
Secondo l’ordinanza del gip si trattava di un «sodalizio criminale in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio, a partire dalla Regione»
di Silvia Tozzi
ROMA | Sette persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Tra questi anche l’imperatore dei rifiuti di Roma, Manlio Cerroni, proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, che è finito ai domiciliari.
ARRESTI | Con Cerroni agli arresti domiciliari altre 6 persone, tra imprenditori e funzionari pubblici. I dirigenti regionali Luca Fegatelli e Raniero De Filippis. Francesco Rando, gestore della Pontina Ambiente e della E.giovi srl. Pino Sicignano, direttore della discarica di Albano Laziale e Piero Giovi. Questi ultimi tre sono collaboratori di Cerroni. Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e truffa. La Guardia di Finanza di Roma ha nel frattempo sequestrato beni mobili ed immobili per 18 milioni di euro.
SODALIZIO CRIMINALE | Secondo l’ordinanza del gip si trattava di un «sodalizio criminale in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio, a partire dalla Regione».
MARRAZZO | Lo scandalo coinvolge anche Piero Marrazzo, ex presidente della Regione Lazio, accusato di falso in atto pubblico per il nulla osta alla realizzazione del termovalorizzatore di Albano Laziale del consorzio Coema, riconducibile a Cerroni. Un nulla osta illegittimo perché concesso dopo la cessazione in carica. Il provvedimento fu annullato dal Tar del Lazio.
Giovedì 9 gennaio 2014