un drappello di carabinieri viene invitato dalla folla a fare altrettanto
Felice Romano, il segretario del Siulp: «Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna»
di Silvia Tozzi
TORINO | I Forconi e il casco. Alle 10.30 del mattino piazza Castello a Torino volano lacrimogeni, gli ambulanti sono in fondo a palazzo Reale. Nessuno ascolta le parole urlate al megafono da un tizio che indossa un cappio al collo. C'è di tutto, dagli ultrà agli ambulanti, ai militanti di estrema destra
I POLIZIOTTI | I poliziotti sono schierati spalle al muro e qualche poliziotto della prima fila si libera del casco, lo mette sottobraccio. Si alzano gli applausi dei manifestanti. Sull’altro lato della piazza, un drappello di carabinieri viene invitato dalla folla a fare altrettanto. Qualcuno esegue, restando a capo scoperto. «Giù i caschi, giù i caschi» urla la gente che forse ha già visto sul telefonino i souvenir torinesi. Dopo i cori, una decina di carabinieri e agenti acconsentono alla richiesta e si mettono il basco.
SIULP | Felice Romano, il segretario del Siulp, diffonde un comunicato che sembra un’ode ai forconi. «Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna... è un atto che per quanto simbolico dimostra che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica sono lontani dai problemi reali dei cittadini e troppo indaffarati ai giochi di potere per la propria sopravvivenza e conservazione della casta».
IL VICE QUESTORE | Vincenzo Ciarambino, vice questore di Genova, sminuisce: «Un gesto al quale non appare possibile riconnettere significati di condivisione delle istanze dei manifestanti».
Martedì 10 dicembre 2013