fu aggredita alla fabbrica del vapore da Ahmed El Badry

Daniela Santanchè e la manifestazione

anti burqua, un po vince, un po perde

Per i fatti accaduti lo stesso giorno, ha ottenuto un'ammenda di 1.100 euro e un rimborso per danni da 10mila euro

di Silvia Tozzi

Daniela Santanchè
Daniela Santanchè

MILANO | Daniela Santanchè imputata per aver organizzato una manifestazione non autorizzata anti burqa, è stata riconosciuta colpevole del reato e condannata a 4 giorni di arresto e a cento euro di ammenda, con il riconoscimento delle attenuanti generiche: la pena che è stata commutata in un’ammenda di 1.100 euro.

PARTE CIVILE |Nello stesso processo, la Pasionaria era parte civile, per essere stata vittima di un pugno sferrato da un cittadino egiziano, Ahmed El Badry. A suo favore, il giudice ha disposto un risarcimento di 10mila euro al cui versamento è stato condannato El Badry, che pagherà anche una multa di 2.500 euro per il reato di lesioni.

LA PROTESTA | Il 20 settembre 2009, Santanchè aveva manifestato contro l’uso del burqa davanti al Teatro Ciak, alla Fabbrica del Vapore di Milano, dove si stava svolgendo la festa islamica per la fine del Ramadan. La protesta era contro il volto coperto delle donne musulmane: si chiedeva il rispetto della legge 152 del 1975, che vieta di nascondere la testa. Un uomo le si era scagliato contro, con insulti e minacce (alcuni esponenti avevano dichiarato che era stata Santanchè ad aggredire per prima, «strappando il velo alle donne e gettandosi a terra»). Santanchè era finita al pronto soccorso del Fatebenefratelli, uscendone con un referto nel quale risultavano contusioni toraciche estese con una prognosi di venti giorni. «Sono stata aggredita, colpita da un uomo con un braccio ingessato, gettata a terra. Mi hanno detto che sono una puttana, che domani sarò morta, che faccio schifo. Ma chi mi ha colpito, mi hanno spiegato le forze dell’ordine, è stato individuato. Un altro voleva usare contro di me un cartello stradale divelto».

Martedì 3 dicembre 2013