improbabile la crisi di governo, che va valutata dal presidente della repubblica
«Siamo in una situazione privilegiata: abbiano parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo ma anche viceversa»
di Silvia Tozzi
ROMA | Angelino Alfano ha chiarito che sarà il Nuovo centrodestra a determinare la vita po la morte del governo: «Siamo in una situazione privilegiata: abbiano parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo ma anche viceversa».
ROTTURA CON FORZA ITALIA | Alfano, parlando al Senato ha definito Forza Italia «partito della crisi. Non siamo tra quelli che apriamo le crisi al buio. A noi ci sta a cuore il Paese».
I SOTTOSEGRETARI | Sull’ipotesi di dimissioni dei sottosegretari di FI, Alfano precisa: «Ho avuto una riunione a palazzo Chigi e nessuno dei sottosegretari di Forza Italia si è dimesso, né tanto meno i presidenti di commissione di Camera e Senato di Forza Italia». Ma il ministro dell’Interno è stato smentito: «Le mie dimissioni sono già firmate» ha rivelato sottosegretario alla Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianfranco Miccichè, di Grande Sud, rimasto vicino a Silvio Berlusconi.
CONRESSO PD | Alfano reputa che il nuovo segretario del Pd non interferirà sul governo, «presieduto da un esponente del Pd», ma ha auspicato «che il conto della vicenda congressuale del Pd non ricada sull’Italia e non lo paghino gli italiani».
CRISI DI GOVERNO | Sulla possibilità di aprire formalmente una crisi di governo, il vicepremier ha spiegato: «È una valutazione che spetta al presidente della Repubblica insieme al presidente del Consiglio, tenuto conto del fatto che il voto sulla legge di stabilità si è già tradotto in un voto di fiducia».
Giovedì 28 novembre 2013