tutti devono dirsi «peccatori», ma bisogna essere attenti a non diventare «corrotti»
Chi non si pente e «fa finta di essere cristiano», ha detto Papa Francesco, fa male, e tanto, alla Chiesa. «Dove c’è l’inganno, non c’è lo Spirito di Dio. Questa è la differenza fra peccatore e corrotto»
di Silvia Tozzi
ROMA | Papa Francesco continua a scagliarsi contro i ladri. Pochi giorni fa ha chiarito che «la corruzione toglie dignità», ora ammonisce i benefattori della Chiesa che allo stesso tempo sono ladri in altri ambiti. Durante la Messa celebrata questa mattina nella Casa Santa Marta, ha ribadito che tutti devono dirsi «peccatori», ma bisogna essere attenti a non diventare «corrotti».
PENTIMENTO | Chi non si pente e «fa finta di essere cristiano», ha detto Papa Francesco, fa male, e tanto, alla Chiesa. Il fratello pentito, di cui parla il Vangelo odierno: Gesù «non si stanca di perdonare e ci consiglia» di comportarsi nello stesso modo. Quando il Figlio di Dio domanda di perdonare sette volte al giorno, ha messo in evidenza, «fa un ritratto di se stesso». Gesù Cristo «perdona» ma in questo brano evangelico dice anche: «Guai a colui a causa del quale vengono gli scandali». Qui il Papa ha precisato e distinto: Gesù non parla di peccato, ma di scandalo, e aggiunge: «È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina di mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli».
NON SI PARLA DI PERDONO | Non parla di perdono perché «questa persona inganna», e «dove c’è l’inganno, non c’è lo Spirito di Dio. Questa è la differenza fra peccatore e corrotto».
Lunedì 11 novembre 2013