La procura ha aperto un altro fascicolo, muovendosi anche dalle intercettazioni

Inchiesta baby squillo, il giro è più vasto

A un cliente è stata incendiata l'auto

Riccardo Sbarra per incontrare quante più lolitine poteva, adescava ragazzi adolescenti, che poi pagava con soldi accreditati su posta-pay

di Silvia Tozzi

Squillo
Squillo

ROMA | Per la vicenda della prostituzione minorile, si scopre ora che il giro è assai più largo di quello che appariva.

MIRKO IENI | Mirko Ieni, uno degli arrestati con l’accusa di aver sfruttato le ragazzine, ha ammesso: «Le ragazze le ho conosciute in un ambiente notturno, loro facevano tardi la notte. Non sapevo la loro età. La più grande mi aveva detto che era iscritta all’università. Anche io mi prostituisco, c’era una complicità amichevole tra tutti quanti». Quindi anche lui faceva la vita, offrendo sesso a pagamento a coppie.

IL SECONDO FASCICOLO | La procura ha aperto un altro fascicolo, muovendosi anche dalle intercettazioni fatte a Riccardo Sbarra, 36 anni, il commercialista ora in carcere, che avrebbe avuto rapporto anche con maschi (minorenni). L’uomo - è scritto nell’ordinanza del gip Maddalena Cipriani- mostrava un morboso interesse a incontri sessuali con ragazzine minorenni che lui stesso definiva lolitine. E per incontrarne quante più poteva adescava ragazzi adolescenti, che poi pagava con soldi accreditati su posta-pay.

GLI SMS | Setacciando i suoi sms (e quelli di altri 11 clienti) si cerca di capire chi siano i ragazzi ai quali il commercialista prometteva soldi in cambio di «amichette giovani» con cui incontrarsi tutti assieme. Sms tipo: «Mi piace avere un figlio giovane che così rimorchia le ragazzine e poi le porta a papy....». Alla pressante richiesta di soldi di uno dei ragazzini, Sbarra assicura: «La ricarica te l’avevo già promessa e te la faccio, tranquillo!!!».

L'AUTO | Nel mentre a Sbarra, martedì notte, è stata incendiata (dolosa: sono state trovate tracce di benzina sul cofano) la Bmw x6 bianca, non si sa se per vendetta o per minaccia. I carabinieri ritengono poco plausibile che il rogo sia opera di un piromane che per caso ha incendiato quell’auto. «In genere - spiega un investigatore - quando i piromani agiscono danno fuoco a più macchine. Difficilmente si limitano ad incendiarne una sola».

LE RAGAZZE | Le due ragazzine hanno raccontato di avere incominciato a fare la vita per comprare «le cose griffate». Una delle due ragazzine - quella la cui madre ha denunciato il giro - spacciava droga.

LE INTERCETTAZIONI | Fanno impressione i dialoghi intercettati:

Mamma: «Senti un po'... ma tu che fai? Non te movi oggi?».

Figlia: «No ma', perché sto male e... già ho detto...».

M: «E come facciamo?... Perché io sto a corto, dobbiamo recupera'...».

F: «Eh, mo' vedo che posso fa'... comunque pure se, eh... comincio tardi... cioè oggi ma veramente sto male... domani dopo scuola si vede, dai...».

M: «Ma ce la facciamo a recuperarla sta settimana?».

F: «Ma come no, a voglia...».

M: «...mi ha chiamato la tua professoressa di latino... voleva sapere perché non stai andando... gli ho detto che non si sente bene ... mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no... ci prendiamo in giro... andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo...».

F: «Ma io voglio andarci a scuola... è solo che non c’ho tempo per fare i compiti...».

M: «E va beh, il tempo si trova per fare i compiti...».

F: «Ma quando mamma?».

M: «Quando esci da scuola torni a casa... due tre ore studi... e...».

F: «Dopo non ce la faccio ad andare da Mimmi (Ieni, uno dei presunti sfruttatori, che la ragazza nominava alla madre) non ce la faccio se studio perché dopo sono stanca...».

M: «Allora devi fare una scelta... puoi alternare i giorni... qui una soluzione bisogna trovarla... rifletti bene su questo aspetto della scuola... se no... ti ritiro...».

F: «Non mi puoi ritirare mamma non c'ho 16 anni... ci voglio andare... però non voglio andarci senza aver fatto i compiti...».

M: «E allora fai una cosa scusami... allora c’è la possibilità di stare a scuola, studiare due ore così stai già là...».

IL SOSPETTO | Il sospetto è che le minorenni, che avrebbero cominciato a prostituirsi almeno dall’inverno scorso, siano state sfruttate anche per produrre filmini pornografici, o in pose sexy. A più riprese alcuni degli arrestati le avrebbero spinte a farsi riprendere in video e foto.

Sabato 9 novembre 2013