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Ricercatori italiani in prima linea negli studi sull'immunoterapia
WASHINGTON | È il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni, con 10.500 nuovi casi stimati in Italia nel 2013. Il melanoma, una neoplasia della pelle particolarmente aggressiva e in costante crescita in entrambi i sessi, sta facendo registrare negli ultimi decenni un incremento della mortalità fra gli uomini (+2,3% anno). Perché arrivano tardi alla diagnosi, quando la malattia è in stadio già avanzato. La svolta nel trattamento è rappresentata dalla combinazione delle terapie. Una via su cui i ricercatori italiani stanno concentrando i loro sforzi, con risultati eccellenti. E, proprio un italiano, Paolo Ascierto dell'Istituto Pascale di Napoli, è co-organizzatore del più importante Congresso mondiale che si apre oggi a Washington fino al 10 novembre con la partecipazione di oltre 1000 specialisti.
GLI STUDI SULL’IMMUNITERAPIA | «L'Italia - sottolinea il dottor Ascierto, che è Direttore dell'Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative dell'Ospedale partenopeo - è un punto di riferimento negli studi sull'immunoterapia, che agisce potenziando le difese immunitarie dell'organismo del paziente per poter meglio vincere il tumore. Il melanoma, per le sue caratteristiche biologiche, è il candidato ideale per l'applicazione di questo approccio, che cambia i criteri di valutazione della risposta al trattamento. Abbiamo dimostrato che, associando un innovativo anticorpo monoclonale, ipilimumab, con la radioterapia tradizionale, è possibile migliorare in maniera significativa l'efficacia del farmaco. Infatti, oltre il 50% dei pazienti, che avevano in precedenza fatto registrare una progressione del tumore, dopo la sequenza di combinazione costituita da ipilimumb e radioterapia, ha evidenziato una riduzione della malattia».
Sabato 9 novembre 2013