nel 38 Hitler promulgò la «legge per la requisizione dei prodotti dell’arte degenerata»
Rolf Nikolaus Cornelius Gurlitt è vissuto dei proventi della vendita di alcuni di quei quadri. Suo padre Hildebrand Gurlitt aveva acquistato i dipinti negli Anni ‘30 e ’40, e il figlio le ha tenute nascoste
di Silvia Tozzi
FRANCOFORTE | Erano in un appartamento a Monaco di Baviera, 1500 opere di maestri quali Picasso, Matisse, Chagall, Kokoschka, Marc, Beckmann, Nolde e Klee, scomparse settant'anni fa durante il Nazismo. Il valore stimato dei capolavori si aggira intorno al miliardo. Le opere in realtà sono state trovate nel 2011 ma la notizia viene diffusa solo ora.
IL NAZISMO | Furono confiscate durante il Terzo Reich (che le aveva ritenute degenerate, trovandole tra le proprietà degli ebrei mandati nei campi) e ritenute perdute, facendo la fortuna di Rolf Nikolaus Cornelius Gurlitt, figlio del gallerista Hildebrand Gurlitt, e proprietario dell’appartamento in cui i quadri si trovavano. Gurlitt è vissuto dei proventi della vendita di alcuni di quei quadri. Secondo prime ricostruzioni, il gallerista Hildebrand Gurlitt, aveva acquistato i dipinti negli Anni ‘30 e ’40, e il figlio Cornelius ha tenuto nascosti i quadri nell’appartamento per circa mezzo secolo, senza mai destare sospetti.
LE OPERE | Tra di essi, uno dei celebri Pferde (cavalli) di Franz Marc, Il domatore di leoni di Max Beckmann, venduto nel settembre 2011 da Gurlitt all’asta per 864 mila euro, il Matisse della collezione dell’ebreo parigino Paul Rosenberg, di cui la nipote Anne Sinclair, moglie di Dominique Strauss-Kahn (ex-numero uno dell’Fmi) non sapeva ancora nulla, nonostante lotti già da decenni per la restituzione delle opere rubate allo zio dai nazisti a Parigi.
LE OPERE DEGENERATE | Il 29 giugno 1937 Adolf Hitler incaricò il suo ministro per la propaganda Joseph Goebbels di organizzare una esposizione di «opere degenerate». Partì la caccia dei nazisti ai capolavori «degenerati», quasi 20mila di circa 1.400 artisti, trafugati dai musei e portati a Berlino, nel deposito nella Koepernicker Strasse. Il 31 maggio del 38 Hitler promulgò la «legge per la requisizione dei prodotti dell’arte degenerata». Altre opere furono sottratte agli ebrei che dovevano pagare la «Reichsfluchtsteuer», la tassa imposta per poter fuggire dal Reich. Per essere spesso truffati, invece, e mandati ugualmente ai campi di concentramento. Non ci sono dubbi, che gran parte, se non tutti, questi 1.500 dipinti ritrovati facciano parte delle razzie compiute da Hitler.
LA PROVENIENZA | Meike Hoffmann, storica dell’arte, sta cercando di scoprire la provenienza delle opere d’arte, di cui ancora non esistono liste complete. Ne ha catalogate circa 300 come «opere degenerate», di cui 200 erano già attivamente ricercate dalle autorità tedesche.
Lunedì 4 novembre 2013