era nel carcere di varese da un mese per frode alla fonsai
«Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione», ha spiegato Cancellieri, sentita dal procuratore aggiunto, Vittorio Nessi
di Silvia Tozzi
MILANO | Il ministro Annamaria Cancellieri si interessa personalmente al caso di Giulia Ligresti, figlia di Salvatore Ligresti, in carcere per l'inchiesta su Fonsai, per cui la famiglia avrebbe sottratto alla compagnia 250 milioni di euro. la pena di Giulia è di due anni e otto mesi.
L'INTERCETTAZIONE | La scoperta grazie a un'intercettazione, in cui la compagna di Salvatore Ligresti,Gabriella Fragni, intercettata, parla al telefono con il cognato, Antonino Ligresti, e dice: «La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri». Cancellieri e Fragni si sentono più di una volta per telefono, sono - dice lo stesso ministro - buone amiche. Antonino chiama la Candcellieri, che esegue.
L'AZIONE DEL MINISTRO | Parla con i due vice capi di dipartimento del Dap, il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, per sensibilizzarli sul fatto che Giulia Maria Ligresti soffre di anoressia. Dieci giorni dopo l'intercettazione, il 28 agosto, Giulia esce dal carcere di varese, dopo un mese di detenzione.
I RAPPORTI | La vicinanza tra il ministro e la famiglia dell’ingegnere di Paternò è un fatto noto, come pure che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, sia stato dirigente della compagnia assicurativa Fondiaria Sai. Gli avvocati difensori, Gianluigi Tizzoni e Alberto Mittone, si erano visti respingere l’istanza di scarcerazione dal giudice Silvia Salvadori, nonostante il parere favorevole della procura. Ma poi è arrivata cancellieri. E i medici hanno decretato che la donna soffre di depressione, e le sono concessi i domiciliari.
LA GIUSTIFICAZIONE | «Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione», ha spiegato Cancellieri, sentita dal procuratore aggiunto, Vittorio Nessi. Il quale conclude che non c'è un nesso provato tra il suo attivarsi e la scarcerazione della donna. Liberata, Giulia è andata in vacanza a Verbania, sul Lago Maggiore.
Giovedì 31 ottobre 2013