firma l'appello coi colleghi ma non intende muovere un dito sulla vicenda
La Gran Bretagna, con il Canada, l'Australia e la Nuova Zelabnda è membro, assieme ovviamente agli Usa, del Five Eyes group, che condivide l'intelligence e - si suppone - gli stati membri non si spiano tra loro
di Silvia Tozzi
BRUXELLES | Il premier britannico David Cameron non abbandona gli Usa. Mentre tutti i suoi colleghi europei criticano il datagate sostenendo che il gesto è una mancanza di fiducia che potrebbe pregiudicare la necessaria cooperazione nel campo della raccolta di intelligence, un elemento vitale per la lotta al terrorismo, come si legge nel comunicato congiunto dei 28 stati membri, Cameron difende l'operato dei servizio segreti: «Spionaggio utile».
LA DICHIARAZIONE DI CAMERON | «Lo spionaggio salva la gente dal terrorismo, quello che fanno Snowden e i media che lo aiutano non rende il mondo più sicuro». I servizi di intelligence «sono guidati correttamente» e hanno permesso di evitare attacchi in Gran Bretagna e altri paesi perché «abbiamo condiviso informazioni». Ribadisce l'alleanza unica e che dura da molti anni con gli Stati Uniti: «Capisco quel che gli altri vogliono fare», ma continua ad usare il medesimo cellulare. La Gran Bretagna, con il Canada, l'Australia e la Nuova Zelabnda è membro, assieme ovviamente agli Usa, del Five Eyes group, che condivide l'intelligence e - si suppone - gli stati membri non si spiano tra loro. Downing Street ha rifiutato di commentare nello specifico le rivelazioni fatte dal Guardian (gli Stati Uniti spiano 35 leader e personaggi di spicco europei) e, seppure Cameron ha aderito al comunicato congiunto, ma ha ribadito che ogni stato agirà in modo autonomo nei confronti degli Stati Uniti.
Venerdì 25 ottobre 2013