La corte d'assise ha accolto la richiesta della procura

Processo Stato-mafia, Napolitano testimone

Cancellieri: «Inusale, resto molto perplessa»

Sarà chiamato a deporre anche l'attuale presidente del Senato Piero Grasso, in quanto ex magistrato presso la Procura di Palermo

Il presidente Napolitano
Il presidente Napolitano

ROMA | La Corte d'assise di Palermo, davanti alla quale si sta svolgendo il processo sulla trattativa Stato-mafia, ha ammesso la richiesta della Procura di citare a deporre come testimone il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La Procura vuole fare chiarezza sui colloqui tra l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino e l'ex consigliere giuridico del Quirinale, Loris D'Ambrosio.

NAPOLITANO CHIAMATO A TESTIMONIARE | La sua deposizione del Capo dello Stato, secondo quanto stabilito dalla Corte, dovrà avvenire «nei soli limiti della conoscenza del teste che potrebbero esulare dalla funzioni presidenziali e dalla riservatezza del ruolo», come disposto dalla Corte costituzionale nella sentenza in cui aveva accolto la richiesta di Napolitano di distruggere le intercettazioni delle sue conversazioni telefoniche con Mancino. Di queste intercettazioni non si parlerà nel processo. Napolitano dovrà dunque testimoniare soltanto in relazione alle preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico, Loris D'Ambrosio, scomparso un anno fa, in una lettera del 18 giugno del 2012, concernenti il timore di D'Ambrosio «di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi, nel periodo tra il 1989 e il 1993».

LA REAZIONE DEL QUIRINALE | La reazione del Quirinale è affidata all'ufficio stampa, che fa sapere che «si è in attesa di conoscere il testo integrale dell'ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale». La Corte ha ammesso la testimonianza di altre persone tra cui l'attuale presidente del Senato Piero Grasso, in quanto ex magistrato alla Procura di Palermo.

LA PERPLESSITÀ DELLA CANCELLIERI | «Non ho letto la motivazione, prima vorrei documentarmi. Certo mi lascia un pò perplessa», la convocazione «mi sembra un pò inusuale». Così il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha commentato la convocazione come testimone del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel processo sulla trattativa Stato-mafia.

Venerdì 18 ottobre 2013