Nonostante le promesse del premier letta
Le bare hanno lasciato l’isola senza nessuna cerimonia religiosa o civile
LAMPEDUSA | Niente funerali di Stato, come avevano promesso il presidente del Consiglio Enrico Letta durante la sua visita a Lampedusa dopo la tragedia in mare del 3 ottobre scorso, né funerali di paese come aveva proposto il sindaco dell’isola, Giusy Nicolini, ma solo un momento di raccoglimento e di preghiera per le vittime, prima della sepoltura. Le 400 bare, contenenti le spoglie di coloro che hanno perso la vita nel drammatico naufragio davanti l’isola dei Conigli, hanno lasciato l’isola senza nessuna cerimonia religiosa o civile e sono state tumulate in tombe messe a disposizione nei vari comuni siciliani. Molte bare sono state trasferite in paesi dell’agrigentino e del nissneo.
IL RAMMARICO DEL PRIMO CITTADINO | Dispiaciuta il primo cittadino: «Se avessimo saputo che non si sarebbero mai celebrati gli annunciati funerali di Stato per le vittime del naufragio, prima di fare partire le salme dall’isola avremmo celebrato noi un funerale. Una cerimonia per dare l’ultimo saluto alle povere vittime. Un funerale di paese, come quelli che facciamo a Lampedusa. É ingiusto seppellire i profughi in questo modo». «É mancata una cabina di regia – spiega– nonostante i funerali fossero stati annunciati dal premier Letta proprio qui a Lampedusa, quando è venuto con Barroso e Alfano, non siamo più riusciti a sapere nulla».
Giovedì 17 ottobre 2013