sarebbe in grado di comunicare con l'esterno e impartire ordini
A luglio la Procura di Palermo aveva dato il suo nulla osta per la revoca del 41 bis al padrino di Corleone per motivi di salute, ma il Tribunale di sorveglianza di Roma, presieduto da Alberto Bellet, ha deciso per l’inammissibilità del ricorso
ROMA | Confermato il 41 bis per il boss mafioso Bernardo Provenzano, in carcere dal 2006. Il tribunale di sorveglianza di Roma ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai suoi legali, che chiedevano la revoca del carcere duro per motivi di salute.
LA PROCURA DI PALERMO | A luglio la Procura di Palermo aveva dato il suo nulla osta per la revoca del 41 bis al padrino di Corleone per motivi di salute, ma il Tribunale di sorveglianza di Roma, presieduto da Alberto Bellet, ha deciso per l’inammissibilità del ricorso.
LA PERIZIA | Il procuratore generale aveva chiesto una nuova perizia che accertasse l'incapacità relativa o l’incapacità assoluta di Provenzano a presenziare ai processi e la revoca del 41 bis. La Direzione nazionale antimafia aveva aderito alle proposte formulate. Il mese scorso il Tribunale di sorveglianza di Bologna aveva rigettato l’istanza di sospensione della pena ritenendo Provenzano in grado di esercitare il proprio ruolo di capo di Cosa nostra, perché riuscirebbe a far pervenire ordini e disposizioni all’esterno. Il gup di Palermo, Piergiorgio Morosini, invece, mercoledì aveva ritenuto Provenzano incapace di presenziare consapevolmente al processo per la trattativa Stato-mafia in cui è imputato.
Giovedì 17 ottobre 2013