Con l'ok del consiglio dei ministri
Contro previsioni nessun aumento di tasse e nè tagli alla sanità
LE PROPOSTE DI SACCOMANNI | | Il Consiglio dei Ministri si è riunito nel pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi e ha approvato, su proposta del ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, due disegni di legge. Il primo contenente disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2014). Il secondo riguardante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e il bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016.
FAVORIRE CRESCITA E OCCUPAZIONE | La Legge di Stabilità per il 2014 segna una svolta nella programmazione economico-finanziaria degli ultimi anni, realizzando le due priorità di politica economica del Governo: favorire la crescita e promuovere l’occupazione. Con le misure disposte nel provvedimento si avvia un percorso di riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese. La spending review che verrà progressivamente implementata nel corso del 2014 potrà ulteriormente contribuire a individuare le razionalizzazioni della spesa con le quali finanziare ulteriore riduzione della pressione fiscale.
STOP TAGLI INDISCRIMINATI | Al tempo stesso si interrompe una attitudine a privilegiare i tagli alla spesa in conto capitale rispetto ai tagli alla spesa in conto corrente e quindi si aumentano le risorse finanziarie per effettuare investimenti, sostenendo anche così le potenzialità di crescita di cui si registrano da qualche tempo i segnali. Inoltre vengono destinate risorse per le politiche sociali adeguate a sostenere le fasce più deboli della popolazione e aiutarle ad affrontare gli effetti della prolungata crisi, che tuttora si avvertono.
INTERVENTI DA 27 MILIARDI DI EURO | Nel dettaglio, la Legge di Stabilità prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel solo 2014, così suddivisi: 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali (rispettivamente 9 per le famiglie e 5,6 per le imprese); i 3,7 miliardi del 2014 sono destinati per 2,5 miliardi alle famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e per 1,2 miliardi alle imprese; 11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi; 1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.
RISPETTATI GLI IMPEGNI EUROPEI | Questi interventi sono stati programmati con soluzioni che consentono di rispettare l’impegno di contenere il deficit nell’ambito degli obiettivi comunitari e invertire la tendenza del debito pubblico. Infatti per le coperture degli interventi programmati nel 2014 che producono minore gettito o maggiori spese, vengono reperite risorse per 3,5 miliardi da tagli alle spesa, per 1,9 miliardi da interventi fiscali privi di effetti depressivi sull’economia, per 3,2 miliardi da dismissioni, rivalutazioni, cespiti e partecipazioni, trattamento perdite.
RAGGIUNGIMENTO DEFICI PROGRAMMATO | La differenza tra il costo degli interventi e le risorse reperite a copertura degli stessi comporta il raggiungimento del deficit programmato (pari al 2,5% del PIL, superiore quindi di 0,2 punti percentuali rispetto al tendenziale registrato dal Documento di economia e finanza dell’aprile 2013).
RIDUZIONE PRESSIONE FISCALE | Il Governo reputa che nel corso dei prossimi mesi il bilancio dello Stato potrà registrare ulteriori introiti che tuttavia non possono oggi essere quantificati e quindi contabilizzati. Provvedimenti per il rientro dall’estero di capitali italiani così come la rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia potranno generare nuovo gettito per le casse pubbliche da destinare agli obiettivi principali del Governo, tra i quali certamente la riduzione della pressione fiscale.
LE CINQUE MACRO AREE | La Legge di Stabilità va quindi ad interessare cinque macro aree. Di seguito un sintetico elenco dei principali interventi: Interventi per persone, famiglie e società (Riduzione dell’Irpef per i lavoratori; Disposizioni in favore degli esodati, Rifinanziamento della Cassa Integrazione Guadagni, Nuove misure contro la povertà, 5 x 1000, Fondo per le politiche sociali, Fondo per la non autosufficienza, Finanziamento del Fondo per le Università, Potenziamento della Protezione Civile e Piano per la difesa del suolo); Interventi per le imprese (Riduzione del costo del lavoro per le imprese, Detrazione dell’Irap per i nuovi assunti, Potenziamento dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), Rivalutazione dei beni di impresa e delle partecipazioni, Incremento del Fondo di garanzia per le PMI, Incremento del Fondo di sviluppo e coesione, Stop all’aumento Iva per le imprese sociali, Rifinanziamento del Fondo per i contratti di sviluppo, Rifinanziamento del Fondo per la crescita sostenibile); Investimenti (Allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità per i Comuni, Completamento del sistema MOSE di Venezia, Fondi Anas per le Infrastrutture e Salerno-Reggio Calabria, Manutenzione straordinaria delle Ferrovie e velocizzazione del Corridoio Adriatico, Ricostruzione dell’Aquila, Trasporto pubblico locale, Ecobonus e ristrutturazioni edilizie),
LA NUOVA SERVICE TAX | Con la Legge di Stabilità 2013 arriva il riordino del sistema di tassazione locale che pone l’Italia in linea con gli standard europei. Al posto di l’IMU e TARES si istituisce una tassa sui servizi municipali il cui gettito andrà interamente ai Comuni. La nuova Service Tax avrà due gambe: La tassa che serve a coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti. È calcolata in base ai metri quadrati o alla quantità di rifiuti e la versa chi occupa l’immobile. La tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni. È calcolata sui metri quadrati o sul valore catastale ed è pagata dai proprietari. La Service Tax è piena autonomia: una tassa locale pagata ai Comuni per pagare i servizi dei Comuni.
COFINANZIAMENTO FONDI STRUTTURALI EUROPEI | La Legge di Stabilità stanzia significative risorse per il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi europei e nazionali per le politiche di coesione territoriale, impegnando il governo a fare la propria parte per i prossimi anni in modo strutturato con il concorso di Ue e regioni. In particolare, si stanziano: 24 miliardi di euro di quota di compartecipazione nazionale (che si aggiungono ai quasi 30 miliardi di fondi strutturali Ue); ulteriori 55 miliardi per il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (ex Fondo Fas), di cui l’80% in favore del Mezzogiorno. In totale si arriva quindi a circa 110 miliardi di euro nei prossimi sette anni per le politiche di coesione territoriale.
Mercoledì 16 ottobre 2013