l'appello di magne barth: «quel che facciamo È per il bene dei siriani: liberateli»

Liberati tre dei sette cooperanti rapiti in Siria

Il Cns non parteciperà a Ginevra 2

Il Consiglio nazionale siriano, la più importante componente dell’opposizione all’estero, ha annunciato che non parteciperà alla conferenza di Ginevra 2 perché impedito dai bombardamenti governativi e dall’assedio

di Silvia Tozzi

Croce Rossa in Siria
Croce Rossa in Siria

IDLIB (SIRIA) | Sono stati liberati tre dei sei operatori della Croce rossa internazionale e il volontario di Mezzaluna Rossa locale sequestrati domenica nella Siria nord-occidentale, nella provincia di Idlib, una zona controllata dai ribelli, dove gli operatori si erano recati per consegnare medicinali. La squadra si era recata a Idlib il 10 ottobre per valutare la situazione medica in diverse strutture sanitarie della provincia e per consegnare forniture mediche a Sarmin e nella stessa Idlib. «Il convoglio, che stava tornando a Damasco, era chiaramente contrassegnato con l’emblema del Cicr, che non è un simbolo religioso».

LA CROCE ROSSA | La Croce rossa era riuscita precedentemente ad evacuare 1.500 civili, in maggioranza donne e bambini, da Muaddamiya, un sobborgo a sud-ovest di Damasco tenuto dai ribelli e sottoposto da mesi ai bombardamenti e a un assedio delle forze governative che ha provocato anche la morte per fame di alcuni bambini.

LA RICHIESTA | Il responsabile della Croce rossa internazionale Magne Barth aveva reclamato il rilascio incondizionato di tutti gli operatori sequestrati: «Chiediamo a chiunque li abbia sequestrati di rilasciarli immediatamente e senza porre condizioni. Tutto ciò che facciamo è per il bene dei siriani e ci aspettiamo che ogni gruppo armato rispetti la nostra indipendenza e neutralità, senza ostacolare i nostri movimenti».

IL CNS | Il Consiglio nazionale siriano (Cns), la più importante componente dell’opposizione all’estero, ha annunciato che non parteciperà alla conferenza di Ginevra 2, che Russia, Usa e Onu stanno cercando faticosamente di organizzare. Questo perché impedito dai bombardamenti governativi e dall’assedio a diverse località controllate dai ribelli. La posizione espressa dal Cns conferma il pessimismo sulla possibilità di realizzare quella unità delle opposizioni a lungo invocata dall’Occidente. Un'unità andata in pezzi: le milizie jihadiste sono sempre più forti e divise, mentre i qaidisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) stanno assumendo un ruolo preponderante.

Lunedì 14 ottobre 2013