dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel caso dei diritti tv Mediaset

La Giunta vota sì a decadenza Berlusconi

La rabbia di Schifani: «Copione già scritto»

Insorge Capezzone: «Una pagina nerissima per la nostra democrazia»

La riunione della Giunta
La riunione della Giunta

GIUNTA VOTA SÌ A DECADENZA BERLUSCONI | La Giunta per le elezioni e le immunità del Senato ha votato a maggioranza di proporre all'aula di palazzo Madama la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, a seguito della condanna definitiva in Cassazione per frode fiscale e in applicazione delle norme della legge Severino. L'aula dovrà votare sulla decadenza entro venti giorni da oggi. La data più probabile è lunedì 14 ottobre. Semprechè Silvio Berlusconi non decida prima per le dimissioni da senatore....

LA DECISIONE PASSA AL SENATO | «La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, nella seduta pubblica del 4 ottobre, ha deciso, a maggioranza, di proporre all'Assemblea di deliberare la mancata convalida dell'elezione del senatore Berlusconi». Lo ha detto il presidente Dario Stefano al termine della camera di consiglio. La relazione scritta recante le motivazioni della decisione sarà sottoposta alla giunta nella prossima seduta onde poter essere presentata al Senato entro il previsto termine di venti giorni dall'adozione della decisione.

SCHIFANI, COPIONE PREVISTO | «Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità» ha affermato il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani commentando la decisione della Giunta per le elezioni del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

CAPEZZONE, PAGINA NERA PER DEMOCRAZIA | «Dalla Giunta viene scritta una pagina nerissima per la democrazia italiana. L’allarme si fa sempre più grave e doloroso per chiunque creda nella democrazia, nello Stato di diritto, nella difesa del diritto non solo di Silvio Berlusconi, ma di molti milioni di italiani, a una piena rappresentanza politica e istituzionale. E tutti, non solo gli elettori di Berlusconi, dovrebbero avere a cuore questi valori».

GELMINI, NEL PD ANIMA GIUSTIZIALISTA | Per la Gelmini: «Quanto deciso oggi dalla Giunta del Senato, e soprattutto il metodo usato in violazione di tutte le regole di terzietà, segna in modo indelebile una stagione in cui l’uso politico della giustizia ha raggiunto il punto più basso ed evidenzia in maniera plastica l’affermarsi dentro il nostro maggiore alleato di governo dell’anima giustizialista che cerca di ridurre al silenzio Silvio Berlusconi e con lui milioni di elettori. La Costituzione secondo questa sinistra vale per tutti, eccetto che per il nemico Berlusconi».

LA RABBIA DI BRUNETTA |  Per Brunetta la sentenza su Berlusconi, è un’«Offesa alla democrazia e al diritto. Tanto più grave perché perseguita con rancorosa pervicacia dal Partito democratico, nostro alleato nella maggioranza di governo. Solo il senso di responsabilità e la testimonianza di Silvio Berlusconi, che ha anteposto a tutto il bene comune, ci convince ad andare avanti nel nostro lavoro di rappresentanti degli italiani in una istituzione che sta tradendo se stessa. Diciamolo: si è rifiutata la strada del diritto e del buon senso. Ed è stato chiaramente un atto politico, si è deciso di far fuori per via giudiziaria il leader del centrodestra italiano. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica un parlamentare, in questo caso il senatore Berlusconi, non ha avuto la possibilità di difendersi fino in fondo, consentendo alla Corte costituzionale di pronunciarsi. Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell’uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani. Ci sarà pure un giudice in Europa».

Venerdì 4 ottobre 2013