dopo la condanna definitiva per processo mediaset
Pronto ricorso alla Corte Ue perché invalidare decisione di venerdì
BERLUSCONI, SENTENZA MEDIASET INDEGNA | «La sentenza Mediaset è una sentenza politica e indegna, architettata a tavolino per eliminare il leader del centrodestra. I fatti sono evidenti, non c'é nessuna prova e sono stati negati i diritti della difesa. Sono sicuro che avrò giustizia di fronte alla corte Ue». Così l’ex premier Silvio Berlusconi in una nota. «Abbiamo due strumenti – ha precisato il Cavaliere - Sono assolutamente sicuro che otterrò la revisione del processo e l'annullamento della sentenza da parte della Corte Ue. Ho fatto poi ricorso alla Corte Ue perché sia invalidata la decisione della Giunta di venerdì. Non possiamo considerare questi giudici imparziali e obiettivi.»
PDL NON È UN PARTITO DI PLASTICA | E sulla spaccatura del Pdl ha precisato: «Io vedo un Pdl unito con qualche contrasto interno. Una volta ci accusavano di essere un partito di plastica, dove era solo Berlusconi a decidere, adesso ci sono delle personalità e non è un partito azienda dove i collaboratori dicono sempre sì al capo, ma ci sono persone che ragionano con la loro testa. Vedo tutto questo dissenso sui giornali, ma sono stato due ore con Alfano. Non ci sono le cose che ho visto sui giornali e sulle agenzie di stampa».
RIUNIONE GIUNTA, ASSENTI LEGALI CAVALIERE | E sulla questione della sua decadenza da sentore, Berlusconi solo ieri ai cronisti aveva assicurato che non sarebbe stato presente in Giunta e che al suo posto avrebbero parlato gli avvocati. Ma nemmeno i suoi legali si sono presentati oggi nella sala Koch di Palazzo Madama. Con una nota congiunta i legali dell'ex premier, Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini hanno scritto «non partecipare alla seduta pubblica della Giunta per le elezioni del Senato che deve decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore era non più una scelta, ma un obbligo». «Il diritto ad un giudizio imparziale è evidente fondamento di ogni procedimento in un sistema democratico. Molti dei componenti della Giunta delle elezioni del Senato si sono già più volte espressi per la decadenza del presidente Berlusconi e non vi è dunque possibilità alcuna di difesa né vi è alcuna ragione per presentarsi di fronte a un organo che ha già anticipato, a mezzo stampa, la propria decisione». «Nessuna acquiescenza né legittimazione - dicono Coppi, Longo e Ghedini - può essere offerta a chi non solo non è, ma neppure appare imparziale. Il non partecipare era dunque non più una scelta, ma un obbligo. Non vi è dubbio - concludono i tre avvocati - che anche questa ulteriore violazione dei diritti costituzionali e dei principi della Convenzione Europea troverà adeguato rimedio nelle sedi competenti».
Venerdì 4 ottobre 2013