reati di mafia

Giustizia Ingiusta

«Giustizia Ingiusta» è il blog di Reteluna.it in cui verranno affrontati temi afferenti al nostro sistema giudiziario comparandolo con i sistemi esteri e affrontando tutte le problematiche che attanagliano la realtà giudiziaria del bel paese. Dalla lentezza della giustizia alle leggi ad personam, dalle ingiuste detenzioni ai reati dei colletti bianchi. Giustizia Ingiusta rappresenterà un excursus nei meandri dei tribunali, dove oggi più che mai la legge non è affatto uguale per tutti.

Federico Di Mambro

Federico Di Mambro
Avv. Federico Di Mambro: diplomato al liceo scientifico "G. Pellecchia" di Cassino, Frosinone, nel 2002, iscritto nel 2003 alla facoltà di Giurisprudenza di Cassino, laureato prima in Scienze giuridiche e poi in Giurisprudenza nel 2009 con tesi in diritto civile, voto 110/110. Pratica forense presso lo studio legale Troiano in Cassino, mediatore civile nel 2010 e abilitazione alla professione di avvocato conseguita il 20 dicembre del 2012. Esercita la professione di avvocato penalista presso il foro di Cassino.

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Dic 15

reati di mafia

l'associazionismo di stampo mafioso

di Federico Di Mambro

associazione, mafiosa

Amici di Reteluna, oggi tratterò il tema relativo ad una categoria di reati ben conosciuta, prevista e punita dall’art. 416-bis del codice penale.

L’argomento risulta attuale anche grazie all’opera di solerti registi che hanno portato sul piccolo schermo serie televisive di grande effetto come “il capo dei capi”, “romanzo criminale” e “gomorra”, serie TV risultate virali con una audience inaspettata. L’argomento interessa non poco, ed al di là delle serie televisive ben fatte, l’ associazione a delinquere ha rappresentato una costante nella realtà quotidiana italiana; già a partire dalla metà del 19esimo secolo in Sicilia veniva segnalata la presenza delle prime associazioni segrete. Il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso viene introdotto nel 1982 con la Legge Rognoni-La Torre, a seguito dello sdegno provocato dall’uccisione del generale Dalla Chiesa. Purtroppo come sappiamo il generale non fu l’unico, basti ricordare su tutte le stragi di Capaci e Via D’Amelio, nefandezze che hanno segnato per sempre la nostra storia e in cui perirono eroi di stato che tentarono di combattere in modo concreto le associazioni a delinquere di stampo mafioso.

Quando si parla di “associazioni a delinquere di stampo mafioso” spesso il comune cittadino pensa esclusivamente alla mafia siciliana, purtroppo la mafia non è l’unica organizzazione criminale presente sul nostro territorio: nel corso degli anni sono nate in Campania la Camorra dei Casalesi di Schiavone e di “o professore” Raffaele Cutolo, in Puglia la Sacra Corona Unita del fondatore Giuseppe Rogoli, e la Ndrangheta calabrese guidata dalle famiglie di Gioia Tauro, Reggio Calabria e della Locride.

La caratteristica fondamentale di queste associazioni è quella di essere uno stato nello stato, con propri dirigenti, proprie leggi e propri tribunali; il loro potere è cresciuto nel corso degli anni grazie al traffico nazionale ed internazionale di stupefacenti ed armi, il racket della prostituzione, l’usura ed il riciclaggio, fino alla gestione degli appalti pubblici grazie all’inserimento subdolo della malavita nell’apparato politico dello stato.

Purtroppo oggi il quadro è disarmante, le associazioni criminali si sono estese a macchia d’olio, sono diventate delle fabbriche di denaro che operano spesso indisturbate nel tessuto sociale ( nel 2013 solo la ndrangheta ha avuto un volume di affari pari a 53 miliardi di euro! ).

Dal punto di vista normativo il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso è punito con la reclusione da 7 a 12 anni, e la pena si inasprisce per i capi: da 9 a 14 anni.

Trattasi ormai di uno dei mali più gravi del nostro paese e al di là dell’instancabile lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine, per estirpare questo cancro occorrerebbe in primis lavorare sulle coscienze dei cittadini, abbattere quel muro di omertà che spesso si innalza a protezione dei malavitosi, e ripulire una classe politica troppo spesso complice ( magari iniziando a codificare come autonoma fattispecie di reato il concorso esterno in associazione mafiosa )

A presto

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