Musica e bambini

Viaggio di un'educatrice

Pedagogia, psicologia, filosofia ed esperienza sul campo sono le protagoniste del mio viaggio intrapreso nel mondo del bambino. Grazie anche alle teorie e alle opere che ci hanno lasciato studiosi esperti dell’universo dell’infanzia, si potranno conseguire preziosi consigli, utili ad affrontare la vita di ogni giorno. Si affronteranno questioni sociali, problemi comuni, quesiti ai quali si troverà una valida risposta.

Federica Gambino

Federica Gambino
Sono nata il 12 ottobre 1991 a Milano. All’età di 3 anni la mia famiglia ed io ci siamo trasferiti in un paese vicino, precisamente a Saronno, nel varesotto. Qui ho intrapreso i miei percorsi scolastici fino al liceo, per poi iscrivermi al corso di Scienze dell’educazione presso l’Università Bicocca di Milano. Da circa tre anni lavoro in qualità di educatrice presso una cooperativa sociale in asili nido ubicati nella stessa città. Ho iniziato quest'avventura di gestire un blog per conciliare la mia passione per la scrittura con tutto ciò che riguarda i miei studi e il mio lavoro.

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Mar 2

Musica e bambini

Diverse ricerche hanno dimostrato che studiare musica fin da bambini può avere effetti positivi su certe abilità cognitive e quindi può essere garante di una migliore attività cerebrale

di Federica Gambino

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Da tempo Nina Kraus, neurobiologa presso la Northwestern University, svolge delle ricerche per indagare gli effetti che la musica può dare alla plasticità cerebrale e alle abilità cognitive. Nella sua ultima ricerca, apparsa sulla rivista "Journal of Neuroscience", ha coinvolto 44 adulti (tra i 55 e i 76 anni) per valutare come il loro cervello reagisse alla percezione dei suoni vocali. Di queste persone è stata misurata l'attività elettrica, ed ecco i risultati: coloro che da bambini avevano seguito lezioni di musica, dai 4 ai 14 anni, mostravano una più veloce risposta cerebrale alla percezione del suono, precisamente più rapida di un millisecondo rispetto a chi non aveva familiarizzato da piccolo con la musica.

La ricercatrice ha affermato: "Sono piccolissime differenze temporali, ma se le consideriamo per milioni di neuroni, allora possono fare la differenza nella capacità di un anziano nel reagire ai suoni." Inoltre tra chi mostrava una più rapida risposta cerebrale, vi erano anche persone che non toccavano uno strumento musicale da più di 40 anni. Dunque gli effetti positivi della musica non si disperdono: "La velocità con cui il cervello elabora i suoni è una delle prime abilità a subire l'invecchiamento ed essere capaci di contrastare il suo processo, potrebbe migliorare la vita degli anziani." A supportare queste scoperte è un'indagine svolta su 50 ragazzi cinesi, che ha dimostrato che imparare a suonare uno strumento musicale durante l'infanzia può portare ad una corteccia cerebrale molto più spessa.

E' necessario approfondire tali ricerche, perchè potrebbero rilevarsi anche un utile strumento nel trattamento dei disturbi cognitivi e dell'apprendimento

© Riproduzione riservata

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